Con la vittoria ottenuta contro l’Udinese l’AS Roma di De Rossi ha totalizzato 29 punti in 13 partite, gli stessi punti che aveva ottenuto José Mourinho in 20 gare di Serie A. Per questo, alla fine del match, è stata posta a Mister Daniele De Rossi la domanda sulla sua Roma e quella di José Mourinho: il tecnico giallorosso ha sfruttato il momento per dimostrare, ancora una volta, tutta la sua intelligenza e delicatezza, questa volta parlando dell’ex allenatore portoghese della Roma.
Quando De Rossi parla di Mourinho, infatti, lo fa con una delicatezza sconosciuta al mondo del calcio. Per prima cosa lo chiama “Mister” (“guardo tutto tranne la rincorsa o la gara a chi fa più punti tra me e il mister”), mettendosi in una posizione di subordinazione rispetto a un allenatore plurititolato, davanti al quale De Rossi sembra sentirsi più suo giocatore che suo successore; non cade nel facile tranello di paragonarsi a Mou (“non penso che se fosse rimasto Mourinho non avrebbero recuperato tutti questi punti”) ribadendo la sua stima per il portoghese; insiste sul concetto sottolineando l’importanza dei giocatori, dunque togliendosi i meriti per ciò che la squadra sta facendo (“penso che ce l’avrebbero fatta comunque, parte tutto da loro e sono dei giocatori con un cuore enorme”); continua a spronare i suoi calciatori, dandogli meriti ma al contempo responsabilizzandoli con il concetto “siete forti, potete vincere” (“penso che avrebbero tirato fuori la testa da quella situazione brutta anche senza di me”).
Questo è un DDR di lusso, ma noi lo sapevamo già, da almeno 20 anni.