Non c’è niente da salvare dalla partita di ieri. Niente. Perché Roma Juventus è stata una partita surreale, inimmaginabile, inspiegabile. E poco importa se per settanta minuti i giallorossi avevano controllato bene la partita, poco importa se avevano messo sotto la Juventus di Chiesa (uscito anzitempo per infortunio), poco importa se erano addirittura riusciti a reagire al pareggio di Dybala, partendo a razzo nel secondo tempo grazie al gol dopo pochi minuti di Mkhitaryan, che aveva rimesso le cose a posto. Non è bastata neanche la splendida punizione di Lorenzo Pellegrini, che ha uccellato Szczesny con un tiro praticamente perfetto, con il cuoio che si è andato a infilare nell’incrocio dei pali della porta difesa dal portiere polacco.
È tutto da buttare, perché sono bastati sette minuti per incenerire quanto di buono la squadra era riuscita a fare. Sette minuti di pura follia, sette minuti di terrore, sette minuti di nulla, che hanno consentito agli ospiti di trovare il gol in ben tre occasioni, con una facilità estrema. Sette minuti praticamente da incubo, inspiegabili, quasi ai limiti del reale: perché va bene intimorirsi dopo il gol del 3-2, certo, i fantasmi del passato tornano e fanno paura, ma la paura deve far reagire, non può immobilizzare undici calciatori in campo che hanno subito senza praticamente reagire il ritorno di una Juventus piuttosto mediocre. Tre gol in sette minuti, è probabilmente lo spettro che ci porteremo dietro da questa maledetta partita.
Ce lo diciamo sempre dopo ogni sconfitta: serve reagire, serve dare dimostrazione di essere più di quello che abbiamo fatto vedere fino a oggi, ma questa volta il giudizio è molto più severo, perché è inammissibile un crollo come quello di ieri. La Roma deve crescere, tutta: la presidenza, la dirigenza, lo staff tecnico, l’allenatore (sì, anche l’allenatore), i giocatori, tutti. Perché è inaccettabile vedere di nuovo in campo venti minuti di nulla cosmico come quelli fatti vedere ieri contro la Juventus.
Forza Roma!
