Pensieri romanisti

La Roma di José Mourinho: abbiamo tutti un po’ ragione

Sono passati otto mesi dal giorno in cui José Mourinho ha iniziato il suo lavoro con la Roma. Dopo l’annuncio del 4 maggio il tecnico portoghese è sbarcato nella Capitale il 2 luglio del 2021, facendo letteralmente impazzire la piazza giallorossa che ha accolto con grandissimo entusiasmo uno dei (pochi) tecnici più titolati al mondo.

In questo lasso di tempo la Roma di Mourinho ha disputato trentacinque partite in totale: 25 in Serie A, 8 in Conference League, 2 in Coppa Italia. Il bilancio, finora, è 19 vittorie (12 in Serie A, 6 in Conference League, 1 in Coppa Italia), 5 pareggi (4 in Serie A, 1 in Conference League) e 11 sconfitte (9 in Serie A, 1 in Conference League, 1 in Coppa Italia).

Numeri che hanno aperto il dibattito tra chi ha assunto una posizione piuttosto critica verso il tecnico portoghese e chi, invece, vede con ottimismo il progetto che i Friedkin insieme a Tiago Pinto hanno intenzione di continuare a costruire intorno all’allenatore di Setúbal. Posizioni diverse, tutte motivate, nelle quali, tuttavia, c’è un sentimento comune: l’amore per la Roma. Andiamo a vederle, cercando di sintetizzare le diverse posizioni lette sui social (Twitter, Facebook e Instagram) in questi ultimi mesi.

La Roma di Mourinho: approccio critico pessimista

  • È vero che alla Roma manca un centrocampista centrale, ma è pur vero che non serve avere un Falcao in campo per battere squadre come Venezia, Bologna, Genoa e Sampdoria. Si può giocare a calcio anche senza regista, come la Roma ha fatto negli ultimi due anni.
  • I giocatori della Roma non sono fortissimi, ma neanche così scarsi come si dice: certo, la Roma negli ultimi tre anni è arrivata sesta, quinta e settima, dunque non parliamo di fenomeni, ma sono pur sempre i giocatori che lo scorso anno hanno raggiunto la semifinale di Europa League, ai quali bisogna aggiungere Abraham, Rui Patricio e Viña e sottrarre Edin Dzeko e Pau López.
  • Sono pochissimi i giocatori che con José Mourinho sono migliorati, anzi, la maggior parte sono involuti.
  • Le sconfitte collezionate dalla squadra di Mourinho sono decisamente troppe: nove partite perse in Serie A su venticinque disputate non potevano che relegare la squadra giallorossa al settimo posto in classifica. L’apporto di Mourinho avrebbe dovuto essere superiore.

  • Troppe le battute d’arresto in campionato, soprattutto quelle sanguinose contro squadre di media e bassa classifica: Venezia, Bologna e Sassuolo in trasferta, Sampdoria e Genoa in casa, quei brutti sette minuti contro la Juventus che hanno vanificato una gara giocata più che bene dai giallorossi. Partite che, se la Roma l’avesse vinte, avrebbero cambiato di tanto la stagione capitolina.
  • La recriminazione è aver sprecato occasioni piuttosto clamorose contro squadre inferiori contro le quali la Roma era anche riuscita a passare in vantaggio: Verona, Venezia, Sampdoria e Sassuolo (senza Scamacca e Raspadori) sono quattro partite in cui i giallorossi avrebbero dovuto dimostrare di essere più cinici.
  • Un gioco che stenta a decollare: è vero, giocare bene non significa automaticamente vincere le partite, ma di certo aiuta. In alcune partite la squadra è scesa in campo troppo molle per riuscire a sovrastare l’avversario, dimostrandosi prevedibile, poco precisa.
  • La resa casalinga contro l’Inter in campionato: una sconfitta arrivata in modo arrendevole, con i giallorossi che non hanno praticamente opposto resistenza agli attacchi dei nerazzurri.
  • La pesante sconfitta in Conference League contro il Bodo: un risultato che ha decisamente macchiato il cammino della Roma nella coppa europea.

La Roma di Mourinho: l’approccio critico ottimista

  • Fin dal primo giorno José Mourinho ha chiesto alla società un giocatore ben preciso: il regista di centrocampo, ruolo che nella Roma è evidentemente scoperto. L’adattamento dei vari Cristante, Sergio Oliveira, Pellegrini non ha portato risultati positivi, tanto da obbligare il tecnico portoghese ad arretrare il raggio d’azione di Mkhitaryan per fargli indossare i panni da mediano facendogli però contemporaneamente perdere il valore offensivo dell’armeno.
  • Il tasso tecnico della squadra a disposizione di José Mourinho è decisamente basso. Una serie di errori individuali piuttosto banali (Karsdorp contro il Sassuolo, Ibañez contro il Milan, etc) hanno pregiudicato una quantità importante di partite, facendo perdere alla squadra punti fondamentali e certezze. Oltretutto con questi giocatori la Roma è arrivata quinta e sesta negli ultimi due anni, dunque la classifica è aderente ai valori tecnici della rosa.
  • Troppe partite sono state condizionate da arbitraggi mediocri, che hanno evidentemente penalizzato la Roma: falli non fischiati, rigori non assegnati, espulsioni date troppo frettolosamente, errori che hanno tagliato le gambe alla squadra nei momenti cruciali, relegandola in una posizione di classifica mediocre.
  • L’espulsione ridicola di Pellegrini in casa contro l’Udinese, il mancato rigore assegnato a Zaniolo nel derby, il gol annullato ad Abraham a Torino contro la Juventus, il rigore non fischiato a Pellegrini in Roma Milan insieme al regalo per il pseudo fallo di Ibañez su Ibrahimovic, Venezia Roma con Aureliano assoluto protagonista, l’espulsione assurda di Abraham a Bologna, il rigore assegnato al Milan a San Siro, la chiamata del Var in Roma Genoa: episodi che hanno fortemente condizionato i risultati delle partite della Roma. La Roma non gioca bene? Sì, ma tu dammi il mio e poi vediamo.

  • Le mancate vittorie derivanti dagli errori arbitrali hanno minato le certezze della squadra: a inizio stagione infatti, quando ancora non era stata penalizzata dagli arbitri, la Roma giocava sulle ali dell’entusiasmo con grande sicurezza, tanto da vincere le prime otto partite consecutive.
  • A 13 giornate dalla fine del campionato la Roma è a meno sei punti dal quarto posto: è senza dubbio un obiettivo difficile da centrare, ma sei punti non sono tantissimi. Potrebbe esserci ancora la speranza di rosicchiare punti alle squadre che ci precedono in classifica.
  • La Roma è agli ottavi di Conference League, dunque ancora in corsa per vincere un trofeo. In Coppa Italia, onestamente, era impossibile pensare di poter battere fuori casa l’Inter campione d’Italia.

Conclusione: chi ha ragione?

Come spesso capita in tutte le cose, la ragione sta nel mezzo. La ricerca dell’equilibrio è un’operazione fondamentale per riuscire a raggiungere una posizione che non sia né disfattista né ciecamente ottimista. Che il progetto di José Mourinho con la Roma non sarebbe stato facilissimo era risaputo, se non altro perché conoscevamo la base di partenza: una squadra che negli ultimi tre anni è rimasta fuori dalla Champions e che dunque in questo triennio non ha incassato gli introiti derivanti dalla massima competizione europea, non utilizzabili quindi per fare mercato e rinforzare la rosa. Una squadra che ha recuperato Nicolò Zaniolo dopo quasi un anno e mezzo dopo il brutto infortunio al ginocchio: era lecito aspettarsi un periodo di rodaggio per il numero 22, necessario per ritrovare la forma migliore dopo una lunghissima assenza. Una squadra che in estate ha dovuto fare i conti con due episodi non trascurabili: l’addio repentino di Edin Dzeko, brillantemente sostituito da Tammy Abraham, che ha però obbligato la società a investire un tesoretto da 40 milioni sul centravanti, escludendo automaticamente la possibilità di utilizzare quella somma per soddisfare le altre necessità della rosa; e l’infortunio di Spinazzola, che ha privato la Roma di uno dei suoi giocatori più forti (con un secondo intervento di mercato piuttosto oneroso, i 13 milioni per Viña).

La base di partenza, insomma, non è che fosse propriamente eccellente , e il compito di José Mourinho non è stato semplice: una squadra abituata a giocare con un centravanti come Edin Dzeko ha dovuto imparare un nuovo modo di stare in campo, vista la differenza di caratteristiche tra il bosniaco e l’inglese. I ripetuti infortuni di Smalling hanno privato la Roma del suo centrale di difesa migliore per oltre due mesi e mezzo in totale (tre stop stagionali, agosto, ottobre e gennaio), così come le prolungate assenze di Lorenzo Pellegrini e Stephan El Shaarawy, che hanno dovuto saltare un numero considerevole di partite.

Detto questo è anche evidente che il campionato della Roma è stato condizionato da scelte arbitrali molto discutibili: cercando di avere un approccio oggettivo e dunque imparziale sono stati comunque tanti gli episodi quanto meno molto dubbi, che hanno pregiudicato alcune gare dei giallorossi. Le espulsioni di Pellegrini e Abraham prima di Lazio e Inter, l’annullamento del gol di Abraham contro la Juventus, l’assurda gara di Venezia, le due partite con il Milan: sono le partite in cui senza dubbio la Roma deve recriminare per un trattamento arbitrale penalizzante.

Dall’altra parte, tuttavia, è anche vero che la Roma deve imparare a migliorare, visto che in certe partite il livello di gioco espresso dalla squadra di José Mourinho è stato mediocre: Bologna Roma, Roma Sampdoria, Roma Genoa, Sassuolo Roma su tutte, quattro partite che se i giallorossi fossero riusciti a interpretare con un piglio diverso avrebbero senza dubbio cambiato le sorti della squadra in campionato.

Insomma, la verità sta sempre nel mezzo: la Roma di Mourinho è una squadra che deve essere migliorata, che va puntellata (e in alcuni ruoli, probabilmente, rivoluzionata), ma è anche una squadra che può fare di più, magari non molto di più, ma qualcosa sì. Allo stesso tempo, però, è giusto e condivisibile dare tempo all’allenatore, che deve continuare a svolgere il suo lavoro con il massimo del sostegno possibile: perché José Mourinho è la base da cui la Roma deve ripartire, anzi, proseguire questo processo di rinnovamento, perché il portoghese è l’unica garanzia sulla quale i giallorossi possono costruire il loro futuro.

Forza Roma!

Alessandro Oricchio

Docente e ricercatore di Lingua Spagnola, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe. Da gennaio 2021 redattore e speaker di TeleRadioStereo 92.7

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio