Una serata storta quella della Roma a Napoli. Una serata di quelle in cui, purtroppo, non si riesce a salvare nulla, in quanto tutto ciò che poteva andare male è andato male. Ma è pur sempre la prima battuta d’arresto in questa nuova stagione, per una squadra che fino a ieri aveva ottenuto undici risultati utili consecutivi.
Ma le giornate storte nel calcio esistono, e vanno prese così come vengono, cercando di non fare troppi drammi e di analizzare cosa non ha funzionato, con l’obiettivo di rialzarsi trasformando in carica agonistica la delusione per una sconfitta che senza dubbio brucia.
Ieri è stata una serata storta per Antonio Mirante, sul quale gravano diverse responsabilità: sul primo gol, probabilmente anche sul secondo, sicuramente sul terzo. È stata una serata storta per il centrocampo, che ha praticamente subito per novanta minuti quello del Napoli. È stata una serata storta per il trio d’attacco, che ieri non è riuscito a incidere sulla partita rimanendo piuttosto avulso dal gioco giallorosso. È stata una serata storta per gli infortuni, con Mancini e Veretout costretti a uscire anzitempo per noie muscolari.
Cercare alibi quando si perde è un’operazione che non deve essere fatta, perché è invece importante prendere coscienza di cosa non ha funzionato per risistemare la macchina e rimetterla in moto il prima possibile. È pur vero, però, che questa Roma ieri è scesa in campo con Edin Dzeko e Lorenzo Pellegrini che, causa Covid, non hanno potuto allenarsi con la squadra nelle ultime due settimane, e senza Smalling, quel giocatore d’esperienza che in difesa fa sentire eccome la sua presenza.
La migliore operazione che si possa fare quando si perde una partita è rialzarsi e tornare a lavorare, duramente, perché le sconfitte non devono essere alimentate da piagnistei o isterismi, ma devono essere riscattate sul campo. E la Roma ha tutte le qualità per poterlo fare fin da subito, già da giovedì sera.
Forza Roma!
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