Un vero e proprio terremoto ha scosso la Juventus: ieri sera, infatti, il Presidente Agnelli e tutto il Cda hanno rassegnato le dimissioni dopo un’assemblea straordinaria. Una decisione sorprendente, con Agnelli che lascia la presidenza del club dopo 12 anni a causa delle forti pressioni della Consob che contesta alla società bianconera la gestione delle plusvalenze durante gli ultimi anni di gestione. Una scelta, quella del Cda della Juventus, dovuta anche all’avanzamento dell’inchiesta Prisma, che vediamo di seguito.
Con questo messaggio rilasciato all’Ansa il Presidente Agnelli ha rassegnato le sue dimissioni: ““Cari tutti, giocare per la Juventus, lavorare per la Juventus; un unico obiettivo: Vincere. Chi ha il privilegio di indossare la maglia bianconera lo sa. Chi lavora in squadra sa che il lavoro duro batte il talento se il talento non lavora duro. La Juventus è una delle più grandi società al mondo e chi vi lavora o gioca sa che il risultato è figlio del lavoro di tutta la squadra. Siamo abituati per storia e Dna a vincere. Dal 2010 abbiamo onorato la nostra storia raggiungendo risultati straordinari: lo Stadium, nove scudetti maschili consecutivi, i primi in Italia ad aver una serie Netflix e Amazon Prime, il J|Medical, cinque scudetti femminili consecutivi a partire dal giorno zero. E ancora, il deal con Volkswagen (pochi lo sanno), le finali di Berlino e Cardiff (i nostri grandi rimpianti), l’accordo con Adidas, la Coppa Italia Next Gen, la prima società a rappresentare i club in seno al Comitato Esecutivo Uefa, il J|Museum e tanto altro. Ore, giorni, notti, mesi e stagioni con l’obiettivo di migliorare sempre in vista di alcuni istanti determinanti. Ognuno di noi sa richiamare alla mente l’attimo prima di scendere in campo: esci dallo spogliatoio e giri a destra, una ventina di scalini in discesa con una grata in mezzo, un’altra decina di scalini in salita e ci sei: ‘el miedo escénico’ e in quell’attimo quando sai di avere tutta la squadra con te l’impossibile diventa fattibile. Bernabeu, Old Trafford, Allianz Arena, Westfallen Stadium, San Siro, Geōrgios Karaiskakīs, Celtic Park, Camp Nou: ovunque siamo stati quando la squadra era compatta non temevamo nessuno. Quando la squadra non è compatta si presta il fianco agli avversari e questo può essere fatale. In quel momento bisogna avere la lucidità e contenere i danni. La nostra consapevolezza sarà la loro sfida: essere all’altezza della storia della Juventus. Io continuerò a immaginare e a lavorare per un calcio migliore, confortato da una frase di Friedrich Nietzsche: ‘And those who were se en dancing were thought to be insane by those who could not hear the music’. Ricordate, ci riconosceremo ovunque con uno sguardo: Siamo la gente della Juve! Fino alla fine…”.
Dimissioni Cda Juventus, l’inchiesta Prisma: le tappe
(gazzetta.it) L’inchiesta denominata Prisma, condotta dalla Procura di Torino, che ha setacciato i conti della Juventus e sviluppato su due filoni principali (plusvalenze e manovra stipendi) l’indagine dei magistrati, è prossima a un punto di svolta. Comunicata la conclusione delle indagini preliminari, infatti, viene consentito adesso agli indagati di accedere al fascicolo completo e di presentare eventuali memorie difensive, o chiedere un interrogatorio al pm, entro i prossimi 20 giorni, al fine di chiedere l’archiviazione o il rinvio a giudizio. Ma rivediamo tutte le tappe della vicenda, su cui si prova a far luce da 17 mesi.
L’indagine parte a maggio del 2021 e viene affidata a un pool di magistrati del Gruppo dell’Economia della Procura di Torino, formato dai sostituti procuratori Ciro Santoriello e Mario Bendoni e dall’aggiunto Marco Gianoglio, che si avvale anche di attività tecniche di intercettazione di comunicazione e, nell’ultimo periodo, di un super consulente esperto in bilancio: il commercialista Enrico Stasi. La lente d’ingrandimento di Covisoc in origine si era poggiata su 62 operazioni di mercato, di cui 42 riguardanti la Juventus. Si tratta di operazioni “a specchio”, con controparti ricorrenti, senza movimentazione di denaro ma con effetti positivi sui bilanci delle due società.
Il 25 novembre 2021 viene disposta la prima perquisizione all’interno dei locali della sede del club bianconero, ad opera della Guardia di finanza. Sulla prima lista degli indagati ci sono il presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved, il responsabile dell’area finanza Stefano Cerrato e tre ex dirigenti che lavoravano in Juventus all’epoca dei fatti oggetto delle contestazioni: Fabio Paratici, Marco Re e Stefano Bertola. L’accusa è di “false comunicazioni delle società quotate” ed “emissioni di fatture per operazioni inesistenti”.
Nei giorni a seguire vengono convocati dai magistrati come persone informati sui fatti il direttore sportivo della Juventus Federico Cherubini, il segretario Paolo Morganti, il responsabile della Seconda squadra Giovanni Manna e l’amministratore delegato del club Maurizio Arrivabene. Quest’ultimo comparirà sull’elenco degli indagati solo nell’ultima estensione del 24 ottobre 2022, dal momento che nel periodo cui fa riferimento l’indagine era già un componente del Cda. Gli unici soggetti convocati già da indagati sono Marco Re e Stefano Bertola, entrambi ex dirigenti della società, ma entrambi si avvalgono della facoltà di non rispondere.
Il 2 dicembre 2021 viene disposta la seconda perquisizione per mano delle Fiamme Gialle. Vengono sottratti degli altri documenti ma – come si evince già dalle prime ricostruzioni – alcuni accordi tra club e calciatori vengono custoditi all’esterno della sede del club, presso gli uffici di alcuni intermediari che hanno curato la fase di negoziazione. Agli indagati si unisce il responsabile legale della Juventus, Cesare Gabasio, che in un confronto telefonico intercettato (con il direttore sportivo Federico Cherubini) farebbe riferimento a una “carta che non dovrebbe esistere” con Cristiano Ronaldo.
Dalla questione plusvalenze, l’inchiesta Prisma si sposta insomma sugli accordi tra club e calciatori ai tempi del Covid, aprendo di fatto un nuovo filone ben diverso dal primo, seppur legato allo stesso modo all’accusa di falso in bilancio. In primavera, tra fine marzo e inizio aprile, sfilano in Procura diversi calciatori e alcuni agenti per fare chiarezza sugli stipendi sospesi: si vedono Paulo Dybala, Federico Bernardeschi, Alex Sandro e infine Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci, oltre al commercialista di Aaron Ramsey, un responsabile dell’agenzia di Lucci e Veronique Rabiot, la mamma-agente di Adrien.
Nell’ultima tappa del 24 ottobre la Procura di Torino notifica ai componenti del Cda della Juventus e ai dirigenti della società con responsabilità strategiche l’avviso del termine dell’inchiesta aperta nel 2021: il numero degli indagati sale a 16. Rigettata la richiesta di misura cautelare per Andrea Agnelli (domiciliari). I reati contestati sono: falso delle comunicazioni sociali, false comunicazioni rivolte al mercato, ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza, aggiotaggio e uso di fatture per operazioni inesistenti.