I Bomber della Roma

Juan Manuel Iturbe, il Bomber che a Roma si accartocciò su se stesso [Video]

Fu praticamente il colpo di mercato dell’estate: Juan Manuel Iturbe alla Roma, un’operazione che permise a Walter Sabatini di strappare il promettente attaccante argentino a squadre ben più blasonate (la Juventus si era mossa in maniera forte e decisa sul giocatore). Sbarcò a Trigoria in seguito alla chiusura di una trattativa difficile ma condotta in maniera praticamente esemplare dal Ds giallorosso, che versò nelle casse del Verona 22 milioni più bonus, per una cifra totale di circa 25 milioni di euro.

Così la Roma comunicò la conclusione della trattativa con il Verona per assicurarsi le prestazioni di Iturbe: “L’AS Roma SpA rende noto di aver sottoscritto con l’Hellas Verona FC il contratto per l’acquisizione a titolo definitivo dei diritti alle prestazioni sportive del calciatore Iturbe, a fronte di un corrispettivo di € 22 milioni. L’accordo prevede il riconoscimento di un corrispettivo variabile, fino ad un massimo di 2,5 milioni di euro, per bonus legati al raggiungimento da parte dell’A.S. Roma di determinati obiettivi sportivi. Con il calciatore è stato sottoscritto un contratto di prestazione sportiva di cinque anni, con scadenza al 30 giugno 2019“.

Insomma, un colpo ad effetto quello dell’argentino, che nel Verona si era messo in mostra insieme a Luca Toni, servendo assist al centravanti italiano e soprattutto dimostrandosi imprendibile in contropiede. La carriera con la maglia della Roma, però, fu una vera e propria tragedia: perché nonostante un inizio super positivo, Juan Manuel Iturbe non riuscì mai a imporsi con la casacca giallorossa. 37 presenze e 4 gol nella prima stagione, 19 presenze e 1 gol nella seconda. Iturbe, che faceva della velocità la sua arma migliore, sembrava un giocatore non solo giù di tono dal punto di vista atletico, ma soprattutto di morale: sbatteva contro gli avversari, non riusciva a saltare quasi mai l’uomo, quando provava la conclusione da fuori spesso quei palloni sorvolavano la traversa per finire in curva. 

Fu così che la Roma decise di darlo in prestito, prima al Bornemouth, squadra con cui praticamente quasi non scese in campo 4 presenze 0 gol), poi al Torino, con cui riuscì quanto meno a trovare la via della rete (una in diciassette gare). Dopo un breve rientro a Roma, il club capitolino decise di mandare Juan Manuel Iturbe a giocare, questa volta in Messico, dove si accasò con il Club Tijuana, squadra che poi ha riscattato definitivamente il cartellino del giocatore mettendo fine alla storia tra Iturbe e la Roma.

In un’intervista rilasciata recentemente a Gianluca di Marzio così Iturbe ha ricordato la sua esperienza con la Roma: “Per me la Roma è stata la squadra più bella in cui abbia giocato. Quando sono arrivato ero il ragazzo più felice del mondo. Francesco Totti e Daniele De Rossi mi sono stati sempre vicino, rassicuravano me e la squadra. Poi è andata come è andata ma così è il calcio, c’è sempre il tempo per avere una rivincita e fare bene”.

A Juan Manuel Iturbe è dedicato un capitolo del libro “Ho dimenticato come si fa gol“, da cui leggiamo un estratto:

“È vero, ricevetti tante critiche, ma avevano ragione: incespicavo sul pallone, non mi riusciva più un dribbling, quando tiravo verso la porta con il mio sinistro spesso sparavo alle stelle. Chissà quanto incise quell’infortunio al ginocchio che mi tormentò, ma sicuramente ci misi anche del mio, perché quella stagione fu davvero un incubo per me.

Ma lo rivivrei tutto quell’incubo, anche solo per quell’ultima gioia che riuscii a regalare a me stesso e ai miei tifosi. Perché vincere quel derby era semplicemente vitale. Era un derby da Champions, era un derby che non si poteva perdere, era un derby così importante che quasi mi stupii quando Garcia mi comunicò che lo avrei giocato da titolare.

E allora, visto che la carriera mi ha comunque permesso di giocare a livelli altissimi, visto che giocare nella Roma per me è stato veramente un sogno, allora voglio fare finta che la mia avventura in giallorosso sia finita lì, al minuto 73, quando il mio amico di una vita, quello che mi aveva fatto arrivare in cima al calcio che conta ma che poi mi aveva abbandonato durante la stagione, si ricordò che era in debito con me, e mi permise di spingere in rete quel pallone servito da Ibarbo, portando così in vantaggio la Roma. Gol!”.

Forza Roma!
 

Juan Manuel Iturbe: la sua carriera alla Roma

I Bomber della Roma

Alessandro Oricchio

Docente e ricercatore di Lingua Spagnola, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe. Da gennaio 2021 redattore e speaker di TeleRadioStereo 92.7

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