As Roma Giovanili

Prestito o Prima Squadra? Questo è il problema

Quale scelta migliore per i giovani della Roma?

Uno dei temi centrali che anima una parte di calciomercato, sia esso estivo o invernale, è quello che riguarda i giovani in rosa. C’è un momento nel quale si compie il definitivo salto, un passaggio decisivo per le sorti di un ragazzo di circa vent’anni che si affaccia per la prima volta al professionismo.

Valutazioni, opportunità, proposte, idee dei procuratori, pensiero dell’allenatore. Sono tanti i fattori che entrano in gioco e che determinano la soluzione finale, presa principalmente nell’interesse del giocatore, ma legata anche al valore che questo rappresenta per la società. La storia della Roma è piena di storie di questo tipo, con finali sempre diversi, la maggior parte delle volte non esattamente felici.

Provando a tornare indietro nel tempo (ma non troppo) ci sono indubbiamente due casi che hanno avuto una storia a se. Il riferimento è ovviamente a Francesco Totti e Daniele De Rossi, due calciatori che hanno legato la loro carriera ad una sola maglia. Di fianco a queste poi tante altre situazioni che hanno avuto evoluzioni di volta in volta diverse.

Francesco Totti e Daniele De Rossi. Capitani e Bandiere.

A cominciare da Alberto Aquilani che fa il suo esordio in prima squadra a 18 anni per poi trascorrere l’anno successivo in B con la Triestina. una stagione da incorniciare che gli vale il ritorno in Giallorosso e 101 partite in 5 anni.

Discorso identico a quello di Alessandro Florenzi. Esordio in Prima squadra a fine Campionato e poi il trasferimento al Crotone in Serie B dove disputa una stagione superlativa. Immediato rientro a Trigoria per 8 anni vissuti fra alti e bassi, alcuni vissuti con la fascia di Capitano al braccio.

Alessandro Florenzi. Ex Capitano ora al Milan.

Potrei andare avanti raccontando di Choutos e Galloppa, di Okaka e Sadiq, fino ad arrivare all’attuale Capitano Lorenzo Pellegrini per scoprire storie che hanno avuto un percorso diverso, in alcuni casi complicato. Giocatori sui quali si è puntato molto, ritenuti dagli addetti ai lavori “predestinati”, ragazzi che in alcuni casi si sono persi, in altri sono ripartiti dal basso per risalire faticosamente la china.

Arriviamo dunque al punto di questo pezzo. Perché in un momento della stagione dove sono possibili movimenti di giocatori, la società è chiamata a valutare proposte che riguardano i giovani di adesso. Con Ciervo e Milanese partiti in estate, Calafiori approdato di recente a Genova sponda rossoblu, in rosa sono rimasti giocatori che fanno gola a molte squadre. Dai Nazionali Zalewski e Darboe al talentuoso Edoardo Bove fino ai ragazzi della Primavera.

I tre giovani giallorossi freschi di rinnovo contrattuale

La domanda che ci si pone è più o meno sempre la stessa. Meglio mandare il ragazzo a farsi le ossa oppure meglio tenerlo in Prima Squadra per potersi allenare ed imparare dai più bravi, conquistandosi qualche scampolo di partita durante la stagione?

La risposta non è assolutamente banale, anzi. Coloro che in questo settore ci lavorano da anni non avrebbero dubbi. “Un anno in prestito, tanta esperienza buona per quando torna”. Più o meno come quando si diceva di andare a fare il militare perché impari tante cose. La realtà però è un’altra e di casi di giocatori con il futuro scritto poi dimenticati o quasi non mancano.

L’ultimo in ordine cronologico è senza dubbio Alessio Riccardi. Il futuro 10, colui che ad un certo punto sembrava destinato alla Juventus, scatenando la protesta furiosa dei tifosi. È stato sufficiente un anno a Pescara. Poche partite, il mesto ritorno a Roma, allenamenti da solo o con i 2004 per poi rivedere la Primavera per giocare qualche match.

Alessio Riccardi. Quale destino per il talentuoso 10 romano?

Sfortuna? Incapacità di adattamento? Troppa aspettativa? Sono tante le domande senza una reale risposta. La realtà concreta è che a 20 anni Alessio dovrà ricostruire la sua carriera probabilmente ripartendo dal basso, mostrando non solo quel talento di cui dispone ma anche di avere la testa sulle spalle.

In fondo quello che si chiede a questi ragazzi. Perché in questo turbinio di domande vi è un’unica certezza. Il successo dipende tutto da voi.

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