Interviste post partita

Mancini dopo Roma Atalanta: “Sei punti in due partite senza di lui, Mou ci ha detto che non torna più”

(asroma.com) Dopo il match vinto dalla Roma in in Serie A contro l’Atalanta, vista la squalifica di José Mourinho, ha parlato Gianluca Mancini nelle consuete interviste post partita. Ecco le parole del giallorosso al termine di Roma Atalanta: 

“Non era una partita spartiacque, ma era importante vincere. Successi come questi ci danno fiducia”. Sono le parole di Gianluca Mancini dopo la sfida con l’Atalanta!


Cosa vi ha detto Mourinho?

“Che oggi non ho preso un giallo, è una soddisfazione (ride, ndr). Scherzi a parte, ci ha fatto i complimenti e ci ha detto che non torna più in panchina perché abbiamo fatto sei punti senza di lui”.

Cos’è che ha funzionato in particolare?

“Sia l’undici titolare, sia coloro che sono entrati hanno fatto qualcosa in più rispetto ad altre volte. Siamo stati compatti, abbiamo sofferto, abbiamo creato. L’Atalanta ha fatto poco o niente. Ci fa bene, perché sono tre punti fondamentali: ci fanno rimanere aggrappati al treno-Europa”.

Avresti anche potuto fare due gol, di testa e di sinistro: ce n’è uno che pensi di esserti mangiato?

“Sul colpo di testa avrei potuto fare meglio”.

Questo cambio di passo in stagione è dovuto alla compattezza difensiva?

“Sì. Se cominciamo ad allungarci e a fare una corsa in meno per il compagno, è più difficile. Soprattutto poi contro l’Atalanta. Siamo stati bravi sotto questo aspetto. Dopo la partita con il Verona ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detto che l’atteggiamento doveva essere questo.

Mancano sempre meno partite e bisogna quindi sbagliare il meno possibile. Secondo me, se metti questa cattiveria, questa attitudine in campo, hai più possibilità di vincere”.

Cosa significa il fatto di avere concesso così poco all’Atalanta?

“Ricordiamo sempre le partite più vicine, ma ne abbiamo giocate diverse con questa stessa attenzione. Oggi era importante fare così. Abbiamo creato e segnato. E quando fai prestazioni del genere contro squadre come l’Atalanta, ti dà tanta fiducia. Però, bisogna già pensare alla Conference League, giovedì, e poi all’Udinese, perché all’andata vincemmo 4-1 con l’Atalanta e poi non riuscimmo a battere la Samp. Dobbiamo dare continuità ai risultati, per restare attaccati alla zona Europa”.

Vi vedo più coraggiosi. Continuare a lavorare con la difesa a 3 vi dà più coraggio.

“Sì, è chiaro che un po’ di differenza c’è tra la difesa a 4 e quella a 3: se giochi a 4, non puoi essere così aggressivo; se giochi a 3, lo devi essere per forza, altrimenti è inutile. E io, Kumbulla e Ibanez abbiamo questa aggressività tra le nostre caratteristiche, e Smalling è un giocatore molto importante, perché sta nel mezzo, copre la profondità e ci dà fiducia.

Ma ripeto, se la pressione parte da chi sta davanti, è più facile per noi difensori accorciare, perché la palla per un difensore e un centrocampista avversario è meno giocabile e quindi noi possiamo essere più aggressivi. E se non lo siamo, possiamo andare in difficoltà. Voglio quindi elogiare tutta la squadra, perché se fai questa prestazione è merito di tutti”.

Dopo questo match, l’obiettivo della Champions è più concreto?

“Come dicevo, mancano sempre meno partite e oggi era una gara non dico spartiacque, ma importante da vincere. Sappiamo che l’Atalanta ha una partita in meno, però siamo lì. Dobbiamo sbagliare il meno possibile e vediamo che succede a fine campionato”.

Avere un riferimento come Abraham, sul quale potersi appoggiare, è qualcosa di estremamente utile?

“Assolutamente sì. Tammy è un giocatore importante per noi. Oggi, secondo me, ha giocato con la cattiveria da vero centravanti, che metteva paura ai difensori: teneva botta, perché ha un fisico bestiale. Quando siamo in difficoltà, alziamo gli occhi e troviamo lui. Ed è importante che tiene palla, che fa salire la squadra. E poi è veloce, è tecnico ha fatto tre, quattro chiusure.

E se fa così, come ha fatto anche altre volte in questa stagione, è un giocatore importante. Ma siamo tutti importanti, perché anche chi è entrato ha dato tutto per vincere la partita”.

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Alessandro Oricchio

Docente e ricercatore di Lingua Spagnola, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe. Da gennaio 2021 redattore e speaker di TeleRadioStereo 92.7

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