Ricorrenze Giallorosse

Auguri a Claudio Paul Caniggia, il figlio del Vento che a Roma smise di soffiare [Video]

Tanti auguri a Claudio Paul Caniggia, ex attaccante della Roma che oggi compie 56 anni. Giocatore argentino dalla classe sopraffina, ha indossato la maglia della Roma per una sola stagione, quella del 1992/93, totalizzando 25 presenze con 9 gol segnati.

 

Potenzialmente era un giocatore molto forte, come aveva dimostrato nelle tre stagioni con l’Atalanta e soprattutto nella nazionale argentina di Diego Armando #Maradona. Ma il suo arrivo alla Roma, purtroppo, coincise con una flessione che lo portò a una lunga squalifica per questioni extracalcistiche.

 

A Claudio Paul Caniggia è dedicato il primo capitolo del libroHo dimenticato come si fa gol“, perché l’argentino fu uno dei primi attaccanti sui quali avevo riposto le mie speranze, ma che invece, purtroppo, deluse le aspettative.

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Incipit del capitolo dedicato a Caniggia

“Chi è nato negli anni ’80, poiché a quell’epoca non c’era né la pay tv né la possibilità di seguire le partite di calcio in chiaro, se non quelle trasmesse saltuariamente dalla Rai, è cresciuto collezionando le figurine dell’album dei calciatori Panini. Che servivano non solo per il mero obiettivo di andare a scuola e mostrare a tutta la classe di aver completato le rose delle squadre di Serie A e Serie B (le cui figurine erano divise a metà per contenere due volti), ma soprattutto per avere un primo impatto visivo con i calciatori. Perché c’erano solo altri due modi per conoscere le sembianze degli atleti di calcio: sfogliare i quotidiani sportivi, che spesso corredavano gli articoli con le foto dei giocatori in bianco e nero, oppure cercare di intuire le fattezze dei 22 in campo durante i servizi della Domenica Sportiva, che andavano in onda la sera dopo le partite.

Uno dei calciatori che richiamava di più la mia attenzione era un argentino in forza all’Atalanta, che rispondeva al nome di Claudio Paul Caniggia.

Cresciuto calcisticamente nel River Plate, dove si era messo in evidenza nonostante la giovane età, venne notato dagli emissari del Verona che lo portarono in Italia nel 1988, e alla sua prima stagione con gli scaligeri riuscì a mettere a segno 6 gol in 29 partite disputate. Tanto da rubare l’occhio all’Atalanta, che decise dunque di offrirgli una nuova casa a Bergamo. Esteticamente Caniggia era un vero e proprio figlio degli anni ’80: non troppo alto (1,75 cm), piuttosto esile di corporatura, era però dotato di due caratteristiche che lo differenziavano nettamente dagli altri colleghi in campo. La prima era la rapidità: la sua era una corsa talmente veloce che per i difensori avversari era un incubo stargli appresso. Oltretutto disponeva anche di un ottimo dribbling, che sapeva abbinare piuttosto bene alla velocità, dunque quando si involava verso la porta avversaria erano dolori per tutti. La seconda, invece, era puramente estetica: biondo, capelli lisci e lunghi legati con un laccetto che gli faceva il giro della fronte. La storia del laccetto, a quell’epoca, mi ricordava tremendamente uno dei miei idoli sportivi che seguivamo insieme ai compagni di classe delle scuole medie: il wrestler americano The Ultimate Warrior, pittoresco lottatore che si divideva la scena di questo spettacolare sport statunitense con l’altro grande campione Hulk Hogan.

Ma torniamo a Caniggia. Paul Caniggia, insomma, firmò per l’Atalanta, e fece fin da subito vedere di essere un grande attaccante. Talmente grande che prese immediatamente l’abitudine di segnare ogni qual volta si ritrovasse di fronte la Roma. Per questo motivo la mia iniziale simpatia verso di lui iniziò a scemare, perché ogni volta che aveva davanti a sé i colori giallorossi andava in gol. Trafisse Cervone nella sua prima gara al Flaminio contro la Roma (finita comunque 4-1 per i capitolini), poi si ripeté nella gara di ritorno vinta dagli orobici 3-0, e ancora nella stagione successiva segnò a Bergamo il momentaneo 2-0 dell’Atalanta, nel match che la Roma riacciuffò grazie all’autogol di Bigliardi e alla rete di Giannini.

Visto l’andazzo, e soprattutto vista la dolorosissima cessione del Tedesco Volante Rudi Voeller, la società di Ciarrapico decise di prelevare dagli orobici quell’argentino che ogni volta che giocava contro di noi bucava la rete, e anche, diciamo soprattutto, per consentire al neo arrivato Vujadin Boskov di avere a disposizione un reparto di attaccanti ben assortito e competitivo. Oltre all’argentino, infatti, il tecnico poteva disporre di Ruggiero Rizzitelli, Andrea Carnevale, Roberto Muzzi e del promettente fantasista della Primavera Francesco Totti”.

Forza Roma! 💛❤️

Claudio Paul Caniggia: i gol con la maglia della Roma

Alessandro Oricchio

Docente e ricercatore di Lingua Spagnola, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe. Da gennaio 2021 redattore e speaker di TeleRadioStereo 92.7

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