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4 giugno 1989: la bandiera di Antonio De Falchi sventolerà per sempre

Il 4 giugno del 1989 è un giorno impossibile da dimenticare. Fu il giorno in cui venne strappata la vita al giovanissimo Antonio De Falchi, 19enne tifoso della As Roma. A San Siro il programma della Serie A prevedeva la partita tra il Milan di Arrigo Sacchi e i giallorossi del tecnico svedese Nils Liedholm. I tifosi capitolini, come sempre, si erano organizzati per sostenere la squadra in trasferta, ma nella mattinata di quel maledetto giorno Antonio subì un’imboscata da parte di alcuni tifosi rossoneri che lo lasciarono a terra esanime.

Un’aggressione brutale, senza spiegazioni e senza possibilità di fuga. Per Antonio De Falchi, romanista, 19 anni, la morte è arrivata davanti a un cancello dello Stadio di San Siro alle dodici meno un quarto di una domenica qualunque, cinque ore prima dell’inizio della partita Milan-Roma. Trenta criminali travestiti da tifosi gli si sono lanciati contro dopo aver accertato che era un “nemico“. Così l’Unità Sport racconta la criminale aggressione al giovane De Falchi il giorno dopo, proseguendo così: “L’assassinio è cominciato con un sorriso e una domanda innocente: “scusa, hai una sigaretta?”. Antonio De Falchi era appena sceso dal tram insieme ai suoi amici, aveva percorso a piedi i duecento metri che separano il capolinea del 24 in piazzale Axum dal cancello numero 16 dello stadio di San Siro, quello da cui si imbocca la rampa che porta alla zona dei popolari riservata ai tifosi ospiti. A pochi metri dal cancello si sono visti venire incontro un ragazzo […], che chiede da fumare. Antonio però intuisce la trappola, e cerca di rispondere nascondendo l’accento romano. L’altro ci riprova: “Sai che ora è?” e Antonio: “Mancano cinque minuti a mezzogiorno”. Ma stavolta la parlata romanesca gli esce netta, inconfondibile, ed è la sua condanna a morte. Il ragazzino in jeans ha avuto la conferma di trovarsi di fronte a un nemico, si volta all’indietro e fa un gesto. Dalle spalle di una costruzione in cemento, una specie di bunker circolare, che fa parte del cantiere per il terzo anello dello stadio, spuntano almeno trenta persone: sono tutti giovani, alcuni giovanissimi. Si lanciano verso i quattro ragazzi che cercano di fuggire“.

Il resto del racconto lo conosciamo. Quell’aggressione brutale risulterà fatale per il 19enne romano di Torre Maura, che perderà la sua giovane vita in quella domenica di giugno, a poche ore dall’inizio di quella partita che voleva seguire per sostenere la sua Roma.

Sono passati 32 anni da quel 4 giugno del 1989, ma il ricordo di Antonio De Falchi non si è mai sbiadito, né affievolito. Antonio De Falchi è sempre presente in ogni partita della As Roma, in ogni coro, in ogni luogo dove è presente l’As Roma.

Esperia De Falchi al funerale di Antonio insieme a Dino Viola, Presidente della Roma

Questa notte a Torre Maura, quartiere dove Antonio De Falchi è cresciuto, gli ultras della As Roma hanno dedicato al giovane un murales con una dedica meravigliosa: “Immortale il tuo viso, Antonio ci piace immaginarti così”. Nell’immagine De Falchi bacia la Conference League, coppa vinta dalla As Roma di José Mourinho poco più di una settimana fa.

Antonio De Falchi, sempre presente con noi.

Murales Antonio De Falchi a Torre Maura

Forza Roma!

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Alessandro Oricchio

Docente e ricercatore di Lingua Spagnola, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe. Da gennaio 2021 redattore e speaker di TeleRadioStereo 92.7

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