I grandi Calciatori della Roma

Francesco Totti, la notte prima del debutto

Francesco Totti debutta con la Roma il 28 marzo del 1993, quando Vujadin Boskov lo richiama dalla panchina per sostituire Ruggiero Rizzitelli, con i giallorossi in vantaggio sul Brescia per 0-2. I capitolini si sono presentati al Rigamonti con tante assenze: non ci sono infatti Piacentini e Carnevale, squalificati, e Carboni, Petruzzi, Haessler e Muzzi infortunati e malconci. Dunque, il giorno prima Francesco Totti viene richiamato dalla Primavera per aggregarsi alla prima squadra: ecco il racconto del futuro numero 10 giallorosso della sera precedente al suo debutto, nel suo libro “Un Capitano”.

Totti, la notte prima del debutto

Per la gara del Rigamonti i giallorossi hanno gli uomini contati: Piacentini e Carnevale non ci sono per squalifica, Carboni, Petruzzi e Hässler sono infortunati mentre Muzzi è acciaccato.

“Francesco, fatti la doccia perché nel secondo tempo non rientri. Nell’allenamento di questa mattina si è fatto male un attaccante, devi partire con la prima squadra per Brescia”

Fra tutte le emozioni che si possono provare davanti a una simile notizia – di fatto l’ingresso nel calcio vero – quella che subito mi assale è la vergogna.
Non mi sono mai nemmeno allenato con la prima squadra, non conosco nessuno e mi manca il respiro al pensiero di dovermi unire a loro. Non provo alcun entusiasmo, e di gioia non è proprio il caso di parlare. Mi vergogno dell’inadeguatezza che inevitabilmente mostrerò ai giocatori di serie A.
Mi faccio una lunga doccia, quasi dovessi lavarmi via delle incrostazioni, poi mi infilo la tuta pulita – per fortuna viaggiamo così – ed esco in tempo per vedere la preoccupazione sul volto dei miei genitori, che sono scesi dalla tribunetta fino alla porta degli spogliatoi.
«Perché non sei rientrato? Ti sei fatto male?»
«Devo andare a Brescia con la prima squadra» dico, e di fronte al loro sbalordimento allargo le braccia.
«Ma per giocare?»
«E che ne so… Non credo, boh.»
Depongo la borsa nel ventre del pullman, mi rannicchio in un sedile in fondo, osservo tutto cercando di rendermi invisibile. Qualche “grande” mi sorride, un paio di loro fa battute, tempo mezz’ora di viaggio e siamo a Ciampino per imbarcarci su un aereo della flotta di Ciarrapico, il presidente che ha rilevato il club dalla vedova Viola.
Sono affamato, ma anche dopo il decollo non oso avvicinarmi al carrello pieno di tavolette di cioccolata e noccioline a disposizione dei giocatori; che hanno mangiato a Trigoria, fra l’altro, mentre io sono digiuno. A rompere l’impasse arrivano Giannini e Tempestilli, i due “anziani”. Devono aver compreso la situazione perché si presentano carichi di cioccolata: «Mangia, dai, mica puoi resistere fino a cena».
Prendo una tavoletta, forse in modo troppo guardingo se i due all’unisono esclamano una cosa tipo: «Fidati, mica ti mordiamo». Poi mi dicono che sto provando un’emozione per la quale sono passati anche loro, e che andrà tutto bene. «Sei forte, Francesco» aggiunge Giannini, «papà mi dice sempre che la Roma con te ha un bel futuro. “Ora devi solo stare tranquillo, e non farti spaventare da questi vecchiacci.»
Così dicendo, abbraccia con un gesto l’intera rosa: i più dormono – ma come si fa a dormire su un aereo in volo? –, alcuni giocano a carte, un paio sfoglia i giornali. «In albergo te li presento» chiude il capitano.
Io farfuglio un grazie, e per la prima volta azzardo una smorfia che somiglia a un sorriso.

– Francesco Totti, dal Libro ‘Un Capitano’

Alessandro Oricchio

Docente e ricercatore di Lingua Spagnola, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe. Da gennaio 2021 redattore e speaker di TeleRadioStereo 92.7

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