Il mercato estivo (2024) della Roma non è stato tutto da buttare, ma metà sì. Hermoso, Ryan, Sangaré, Le Fée, Saud, Dahl sono stati acquisti inutili. Soldi e ingaggi presi e buttati al mare, lì dove per recuperarli devi ora inventarti cose turche. Hummels, Dovbyk, Kone, Saelemaekers e Soulé (che io invece continuo ad aspettare con grande fiducia) sono stati ottimi colpi.
Ma al di là degli errori e degli acquisti andati bene, ciò che mi interessa è il motivo degli errori commessi in estate: la mancanza di strategia e di programmazione. Inizi il calciomercato che vuoi giocare a 4, poi ti rendi conto di non riuscire a portare a termine le operazioni necessarie per costruire una rosa adeguata e passi alla difesa a tre, prendendo due difensori centrali svincolati a settembre e piazzando il colpo Saelemaekers al fotofinish, che ti consente di salvarti in calcio d’angolo. Il che va pure bene, per carità, ma non va affatto bene non avere un programma e una strategia, perché le toppe riparano, ma comunque si vedono.
Sai che Zalewski a giugno 2025 lo perdi a parametro zero e Zalewski, al 28 gennaio 2025, è ancora in rosa; sai che Hermoso è venuto per giocare quindi devi immaginare che, avendo davanti Ndicka, difensore centrale anch’esso mancino, possa rischiare di fare tanta panchina, anche se giochi a tre e hai solo quattro centrali. Se hai una programmazione e una strategia, devi avere già pronto un altro difensore centrale ai primi di gennaio, se non altro perché per 5 mesi hai giocato con la difesa a tre con quattro centrali disponibili, di cui uno, Hummels, over 35.
Sai che Dovbyk è l’unico centravanti in rosa, perché Shomurodov è tutto fuorché un centravanti, e al 28 gennaio ancora non c’è un centravanti di riserva, addirittura si parla di Lucca, per il quale l’Udinese chiede 20/25 milioni di euro, una cifra barbara per un mercato che viene definito “di riparazione” e che, soprattutto, deve essere condotto senza fare investimenti pesanti, dato che non si sa chi sarà il prossimo allenatore della AS Roma e sarebbe il caso che, invece, i grossi investimenti si facciano con chi dirigerà tecnicamente la Roma il prossimo anno.
Perché di soldi da sperperare, dopo Le Fée, Dahl, Sangaré, Hermoso, Ryan e Saud (tra acquisti e ingaggi), non ce ne sono quasi più, dato che lo stesso Ghisolfi ha detto “attendiamo le uscite per le nuove entrate”.
E allora, una riflessione forse va fatta: quanto dobbiamo ancora aspettare prima di vedere uno straccio di programmazione sportiva nella AS Roma? Quanto ancora dobbiamo aspettare per vedere una strategia che possa permettere alla squadra di essere rinforzata? Nessuno chiede i Neymar e i Messi, ma tasselli utili, sicuri, sui quali si possa ricominciare a costruire una rosa che, almeno dal prossimo anno, possa tornare a essere competitiva e ambiziosa.
Sarebbe il caso di ricominciare a ripopolare Trigoria di persone esigenti e ambiziose: a partire dai dirigenti, passando per gli allenatori (naturalmente, non è riferito a Mister Ranieri) e finendo con i giocatori, affinché i mediocri risultati ottenuti in questa prima metà della stagione possano essere un utile promemoria per ricordare esattamente che senza strategia e senza programmazione i disastri sono sempre dietro l’angolo.