Dal 2 al 27 agosto l’ASRoma non ha ufficializzato acquisti. Dovbik–Abdulhamid, questi i due estremi. 25 giorni in cui sono state effettuate operazioni minori (Solbakken, Darboe etc) ma nessuna strutturale. Con Danso ti capita l’imprevedibile: ci può stare. Ora hai 10 ore per sistemare la faccenda “difensore centrale”. Che poi, se la Roma volesse giocare a 3, quattro centrali sarebbero altamente insufficienti a livello numerico. Il problema non sono gli acquisti ma i tempi. Oramai è diventato un ritornello noioso: l’AS Roma è in ritardo.
Ciò che stiamo vedendo deve essere frutto di un “ricalcolo in corsa”: qualcosa non deve aver funzionato in quel di Trigoria, altrimenti la “pausa” di 25 giorni (ad agosto poi) non si spiega. Mancate cessioni? Possibile. Ma allora vuol dire che i piani B e C non erano così validi. Perché perdere obiettivi della lista A e virare sui nomi della lista B e C è assolutamente naturale durante il calciomercato. Ma poi quegli obiettivi vanno presi nei tempi giusti, non nelle ultime 24 ore. Così come per ciò che riguarda le cessioni: il Milan con Abraham ha raggiunto il suo obiettivo. Ha sistemato il pacchetto avanzato, non ha aperto il portafoglio, ti rispedisce Abraham a un anno dalla scadenza del contratto. Un’operazione mediocre, perché con l’inglese avresti dovuto incassare.
Invece è accaduto come con Florenzi: la Roma chiedeva 5, il Milan ti ha dato 2,5 e si è portato a casa il giocatore. Questo è il risultato di un’agenda che ha dimostrato molte lacune, purtroppo: perché, ribadisco, negli ultimi giorni di mercato si puntella la squadra, ma non la si costruisce. Ora attendiamo Kone e il DC.
Pensieri romanisti