Pensieri romanisti

Orgogliosi e sofferenti, ma già pronti a rialzarci per inseguire un nuovo sogno

Siamo orgogliosi. Di questa Roma, di questo allenatore, di questo gruppo di ragazzi che hanno provato a regalarci un sogno e non ci sono riusciti. La Roma ha lottato, per 120 minuti, contro un Siviglia forte, contro un arbitro fortissimo, forse anche più forte degli undici giocatori spagnoli che i giallorossi hanno affrontato alla Puskas Arena.

Ed è una sconfitta che fa male, inutile negarlo, perché la partita la Roma l’avrebbe potuta vincere: con un po’ più di attenzione, sua e della squadra arbitrale, che ha deciso di sorvolare sul tocco di mano in area di Fernando all’82esimo minuto, un episodio chiaro, che nessuno deve spiegarci, perché bastano le immagini per capire che quell’intervento è da calcio di rigore.

Meritavamo un epilogo diverso, ma solo chi arriva fino in fondo alle competizioni può raccontare di aver vissuto in prima linea una finale europea. Dal divano di casa, al massimo, puoi limitarti a smangiucchiare un secchiello di pop corn e osservare.

Ma oggi, nonostante il dolore per la sconfitta, siamo orgogliosi. Orgogliosi di aver vissuto una finale europea sulla nostra pelle in prima persona, di aver avuto la possibilità di sperimentare sensazioni ed emozioni che Mourinho e i suoi ragazzi ci hanno regalato con un percorso europeo straordinario. È stata una giornata straordinaria, in cui ogni minuto sembrava pesasse 30 kg, una giornata costruita su sguardi e silenzi, sorrisi e abbracci, attesa e trepidazione. Una giornata splendida, finita non come speravamo, ma che ci lascia addosso la consapevolezza di appartenere alla giusta comunità, a quella che ci rappresenta a livello identitario, a quella in cui ci riconosciamo. Perché sì, l’As Roma è identità, la nostra identità.

Due finali europee consecutive potrebbero sembrare già un traguardo raggiungo, ma così non è affatto: perché questa Roma ha dimostrato di avere fame, di essere cresciuta seguendo il proprio Mister, di aver maturato una mentalità diversa rispetto al passato. Non si scende mai in campo battuti, non si scende mai in campo con leggerezza e superficialità: questa è una Roma da battaglia, è una Roma che vuole vincere, è una Roma che, assorbita la delusione per la finale persa, si rialzerà e ricomincerà a lottare.

Ed è necessario continuare a farlo con il nostro allenatore, con José Mourinho, che in conferenza stampa ha parlato chiaramente: “I miei giocatori meritano di più e anche io merito di più e voglio lottare per qualcosa in più“. Meritiamo ancora di più, anche se quello che questa Roma ha fatto negli ultimi due anni è qualcosa di notevole in Europa: ma meritiamo di più, meritiamo una squadra che possa essere all’altezza delle ambizioni di José Mourinho, una squadra che possa essere sempre più competitiva, una squadra strutturata, forte, solida, come forte, solida e strutturata deve essere la società per accompagnare questi ragazzi nel cammino verso il prossimo obiettivo.

Oggi fa male, sì, fa malissimo, ma la Roma si rialzerà, noi ci rialzeremo, e riprenderemo a correre inseguendo un nuovo sogno.

Forza Roma!

Alessandro Oricchio

Docente e ricercatore di Lingua Spagnola, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe. Da gennaio 2021 redattore e speaker di TeleRadioStereo 92.7

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