Non c’è stato nessun dietrofront da parte di Mister Ranieri, nessuna contraddizione. Lo scorso novembre, dopo essere arrivato nella Capitale per sostituire Juric, il Mister di San Saba disse che l’obiettivo primario della Roma era quello di tornare il prima possibile a lottare per i primissimi posti; ieri, durante la conferenza stampa di Venezia Roma, ha affermato invece con grande chiarezza la necessità del club giallorosso di alleggerire il monte ingaggi. Stiamo davanti a una contraddizione? È un dietrofront quello di Mister Ranieri? Può la Roma tornare a essere competitiva abbassando il monte ingaggi e rinunciando, quindi, agli ingaggi più importanti? Secondo me sì.
Il riferimento, a mio avviso, è infatti piuttosto chiaro: bisogna cedere quei giocatori che hanno ingaggi alti e un rendimento non all’altezza, per fare spazio a nuovi giocatori importanti con ingaggi anche alti ma che abbiano poi un rendimento all’altezza di quanto percepito. Negli ultimi anni la Roma ha sempre riconosciuto ingaggi esorbitanti ai propri calciatori. Karsdorp, per esempio, prendeva un ingaggio annuale di 2,5; Celik, attualmente, percepisce un ingaggio di circa due milioni di euro. Solo per fare due esempi.
Limitare gli ingaggi e bilanciarli a seconda del reale rendimento dei giocatori è un’operazione fondamentale per la Roma. E questo non vuol dire affatto perdere competitività, tutt’altro: significa investire in maniera oculata le risorse che la Roma ha a disposizione, senza sperperarle in modo scriteriato. Finalmente, aggiungo. Dunque, a mio avviso, non c’è alcuna contraddizione in ciò che ha detto il Mister, che ha semplicemente chiarito la necessità della Roma di tornare a fare le cose in modo ordinato, scientifico quasi, sicuramente programmato.
E in rosa la Roma ha tanti, troppi giocatori il cui ingaggio non è all’altezza del rendimento: proprio da qui bisogna ripartire per rinforzare la rosa, perché i margini ci sono eccome.