Le tempeste interiori di Nicolò Zaniolo e l’amarezza di chi osserva

Un epilogo triste. E, qualora non fosse un epilogo, un capitolo amarissimo della storia di Zaniolo con la Roma. Perché al di là di quello che succederà nei prossimi dieci giorni, ovvero prima del gong che sancirà la chiusura della sessione invernale di calciomercato, la questione Zaniolo-Roma lascia un fortissimo sapore di amaro in bocca.

Tempistiche

Per prima cosa per il momento in cui è scoppiata questa “grana”, ovvero con la Roma che si appresta ad affrontare lo Spezia in una partita che è più che decisiva: la Juventus è stata penalizzata di 15 punti, il calendario di Serie A propone due scontri diretti (Lazio-Milan e Juventus-Atalanta), i giallorossi di José Mourinho, qualora dovessero riuscire a battere gli spezzini, potrebbero guadagnare punti addirittura su tutte e quattro le squadre concorrenti. Era proprio necessario far scoppiare questo caso Zaniolo a 48 ore da un impegno importante come Spezia Roma?

Responsabilità

Potrebbe essere facile andare a individuare i responsabili di questa situazione di tensione tra Zaniolo e la Roma, ma non è questo l’obiettivo. Zaniolo e il suo entourage chiedevano 4 milioni di euro per rinnovare il contratto, Tiago Pinto, dunque la società, hanno temporeggiato fino a oggi, non accettando le richieste del calciatore e del procuratore. Si tratta di una normalissima situazione di stallo, che si verifica spesso quando è in corso una negoziazione. C’è un però: il contratto di Nicolò Zaniolo non scade a giugno 2023, bensì nel 2024, dunque tra ben un anno e mezzo. Per quale motivo il calciatore non dovrebbe dare la disponibilità a partecipare a una gara ufficiale della Roma se il suo contratto scade tra un anno e mezzo?

Che Tiago Pinto abbia fatto una scelta ben precisa è evidente: anche in quest’ottica possiamo leggere la mancata conferenza stampa di oggi di José Mourinho, che probabilmente preferisce lasciare la patata bollente nelle mani del DG. Dovrà essere lui a spiegare la situazione, non Mourinho. Tiago Pinto che nella conferenza stampa post chiusura del mercato estivo aveva detto testuali parole: “Ho chiamato poco fa Vigorelli dicendogli che dobbiamo cominciare ad organizzare i nostri meeting per non alimentare troppe pagine di giornale”. Era il 2 settembre del 2022, ma evidentemente quella telefonata è servita a poco, se non a ribadire la linea della società: a 4 milioni di euro, niente rinnovo.

Che non si dica che

I numeri di Zaniolo in questa seconda stagione sono sotto gli occhi di tutti. Le prestazioni anche. Eppure ciò che sconforta è che Nicolò non è mai riuscito a fare un passo in avanti, a dimostrare un progresso, se non un costante nervosismo che ha costellato ogni sua prestazione. Ci si è interrogati più volte sulle motivazioni: lo stadio lo ha sempre supportato (basti pensare all’aumento dei decibel ogni volta che all’Olimpico Matteo Vespasiani ha invitato i tifosi a scandire il cognome di Nicolò durante la lettura delle formazioni); il Mister gli ha sempre assegnato una maglia da titolare: nelle 17 partite giocate in stagione solo due volte è partito dalla panchina. Allora lì si sono insinuati i pensieri sulla mancata serenità del ragazzo, probabilmente innervosito dalla mancanza di fiducia della società, a suo dire, rea di non avergli riconosciuto l’ingaggio richiesto.

Ma nessuno potrà mai dire che ciò che ha fatto cambiare idea a Zaniolo sono quei quattro fischi che si sono sentiti in occasione di Roma Genoa. Divertente il post su Instagram dell’amico di Nicolò che si lamentava coi tifosi della Roma per i fischi, ma qui le domande sorgono spontanee: chi è quell’amico? A che titolo parla? Era presente all’Olimpico? Ha vissuto lo stadio e le partite di Nicolò Zaniolo all’Olimpico? Perché solo chi non è stato presente può affermare che i tifosi della Roma fischiano Zaniolo, visto che succede esattamente il contrario, ovvero boati di sostegno per il numero 22.

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Al di là di come andrà a finire questa storia, l’epilogo è quello più triste. Perché Nicolo Zaniolo è stato tifato e supportato dal primo momento in cui ha messo piede dentro Trigoria, è il giocatori su cui tanti tifosi hanno avuto pazienza consci, o speranzosi, di avere davanti un prospetto di campione. E leggere che non farà parte della partita di domani contro lo Spezia, purtroppo, è un segno di resa, ma anche un duro colpo per chi tifa Roma, perché al di là dei giocatori, al di là dei Presidenti, al di là degli allenatori, al di là di tutto c’è sempre e solo una cosa che conta: la Roma. E con questa scelta, purtroppo, Nicolò l’ha messa in secondo piano.

Forza Roma!
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