Interviste

Paulo Dybala a DAZN: “La numero 10 della Roma sarà sempre di Totti, indossarla sarebbe una responsabilità unica”

(DAZN) Paulo Dybala ha rilasciato una lunga intervista a Dazn, all’interno del programma Footbal Heroes, in cui ha parlato della maglia numero 10, di Totti, della chiamata di Tiago Pinto e di tanti altri argomenti relativi all’As Roma. 

Ecco le parole di Paulo Dybala a Dazn: 

Sull’accoglienza a Roma.

“La gente qua è incredibile. Fin dal primo giorno mi hanno fatto sentire questo calore”.

Sull’inno.

“Sentire l’inno della Roma prima della partita è qualcosa di unico. Vivere una cosa del genere è come stare di fronte a un’opera d’arte”.

Sulla Dybala Mask.

“La storia della Dybala Mask nasce un po’ qua al Colosseo. Da bambino guardavo tanti film su Roma, la città, i gladiatori. ‘Il Gladiatore’ l’avrò visto venti volte, più o meno. Dopo un momento difficile della mia carriera, ho pensato subito a questa esultanza. Alla gente è subito piaciuta e allora continuo a farla”.

Sull’importanza di giocare a Roma. 

“Quando Tiago, il direttore, ci ha contattato ed é emersa questa possibilità mi sono venute in mente queste cose, non potevo non pensarci. Mi sono detto ‘devo fare qualcosa in questa città’”.

Sugli scacchi.

“Per la testa e per la concentrazione gli scacchi aiutano molto. Ho iniziato a giocare da bambino, prima guardavo tanto mio papà. Con il tempo le partite per lui diventavano più difficili fino a che, un giorno, sono riuscito a vincere”.

Su Abraham.

“Abraham è un giocatore giovane ma con molta esperienza. Ha vinto la , l’anno scorso ha segnato tanti gol pesanti con la Roma. Sicuramente possiamo fare molto meglio di quanto stiamo facendo. Ci stiamo conoscendo e cerchiamo di fare il massimo, speriamo che in queste ultime partite possiamo dare alla Roma i gol che servono per arrivare in ”.

Sull’esperienza con Cristiano Ronaldo.

“Sono stati tre anni belli, la squadra era molto forte e lui ci dava qualcosa in più. In Argentina è molto sentita la rivalità tra  e Cristiano, io ovviamente da bambino son sempre stato dalla parte di . Una volta stavamo andando a giocare una partita, io stavo in fondo all’aereo e lui era seduto più avanti. A un certo punto del volo è venuto da me a parlare sia di calcio sia di tante altre cose e a un certo punto gli ho detto ‘Io da bambino ti ho odiato’. Ci siamo fatti due risate su questa cosa e fra noi abbiamo sempre avuto un bel rapporto, un bel dialogo”.

Su Mourinho.

“Ha un’immagine e un potere importante per tutto quello che rappresenta nel mondo del calcio. Sarebbe un buon giocatore di scacchi. Prima di arrivare alla Roma ci siamo sentiti due volte, mi ha chiamato quando stavo ancora a Torino. È molto bravo quando parla e quando vuole entrare dentro qualcuno. Ho sentito un feeling speciale con lui, è difficile nel mondo del calcio trovare qualcuno che ti dica le cose in faccia in modo sincero. Abbiamo un rapporto diretto e sincero, ci confrontiamo tanto. Vogliamo il meglio per la gente, lui ha fatto la storia del calcio. È molto sincero, è bravo a preparare le partite. Quasi tutte le cose che ti dice poi in campo succedono. Capisce il calcio molto bene, lo testimonia il fatto che ha vinto quasi in tutte le squadre che ha allenato”.

Sull’episodio avvenuto durante Roma- del gennaio 2022, quando Mourinho gli disse nell’orecchio ‘Sei un fenomeno’.

“La prima cosa che mi ha detto quando mi ha chiamato era se mi ricordavo di quel momento lì, non mi era mai successo che un allenatore di un’altra squadra facesse una cosa del genere durante la partita. Contro il Manchester in , quando ancora giocavo nella , avevamo discusso, ero andato a dirgli che non aveva bisogno di fare quel gesto. Ma quell’episodio è rimasto sul campo”.

Sul valore della maglia numero 10.

“Il numero 10 della Roma sarà sempre . Così come Del Piero nella . Alla  la società mi chiese di indossare la 10 ed è stato un enorme piacere. Mai dire mai, ovviamente sarebbe una responsabilità unica”.

Sul suo ruolo nella scacchiera giallorossa.

“La regina di questa Roma è tutta la squadra, io piuttosto mi sento un pedone”.

Sul rigore calciato durante la finale del Mondiale.

“Sono sincero, in quel momento ero molto freddo. Da quando ha sbagliato il rigore il giocatore della Francia prima di me sapevo già dove avrei tirato e sono andato sicuro al 100%. E la palla è entrata”.

Trascrizione: laroma24.it

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