Conferenze stampa

Roma Napoli, José Mourinho show in conferenza stampa

(asroma.com) Alla vigilia di Roma-Napoli, mister Mourinho ha incontrato i giornalisti a Trigoria nella consueta conferenza stampa. 

Queste sono state le parole dell’allenatore giallorosso nella conferenza stampa di Roma Napoli.

Spalletti ha detto che può essere la partita della svolta per entrambe le squadre: qual è per lei il significato di questa gara per la Roma, e quali sono le condizioni di Karsdorp e Zaniolo?

“Stanno bene tutti e due. La squadra sarà la stessa scesa in campo contro la Juve, con Karsdorp e Zaniolo in buone condizioni. Partita della svolta? Non credo, per noi. Stiamo facendo un campionato positivo, con prestazioni più positive dei risultati, abbiamo 15 punti e meritavamo di averne di più. Non penso a una svolta, ma a una partita da vincere. Sarà molto difficile, ovviamente, giochiamo contro una squadra che ha vinto sempre e sta vivendo un grande momento. Ma per noi è una partita da vincere”.

Nella Roma scesa in campo contro il Bodo c’erano tre calciatori come Kumbulla, Diawara e Perez che sono stati pagati oltre 70 milioni di euro: dov’è l’errore? Perché alcuni giocatori si sono involuti con la Roma? Alcuni elementi hanno margini di crescita e possono tornare a essere utili in futuro?

“Prima di tutto, non voglio risponderle in modo specifico, quando fa i nomi di Kumbulla e Perez, ma in maniera più globale. E ne approfitto per dire anche qualcosa in più, così che – se la conferenza va in questa direzione – la risposta o la domanda arrivano. C’è tanta gente che ride di quello che ha fatto con la Roma. I Friedkin hanno ereditato tanti errori fatti da altri. Tiago Pinto, lo stesso”.

“La proprietà ha speso tanti soldi per risolvere tante cose fatte prima da gente che ride, e c’è qualcuno che ride sicuramente con le tasche piene di soldi. Lei ha ragione: tanti milioni sono stati spesi. Abbiamo speso soldi per cercare di pulire e creare le condizioni per il successo del progetto. Un progetto che ha bisogno di tempo. Quando qualcuno scrive la bugia di Mourinho non contento con la proprietà, non può esserci una bugia più grande”.

“Mourinho vuole più giocatori? Sì, Mourinho è come tutti gli allenatori. Mourinho vuole una rosa equilibrata, con due giocatori per posizione, con due giocatori dello stesso livello per fare turnover e cinque cambi al minuto sessanta? Sì, ma Mourinho non è uno stronzo, Mourinho ha grande rispetto per i Friedkin e per Tiago e ha deciso di accettare questo lavoro con la Roma esattamente perché capisce la situazione”.

“Prima di tutto, un risultato del genere (con il Bodo, ndr) succede una volta nella vita, e sarebbe anche potuta finire 7 o 8 a 1, se avessimo giocato cinque o dieci minuti in più. Però l’unico responsabile sono io. Né i giocatori, né la proprietà, né Tiago. Solo io. Perché ho deciso di fare giocare una squadra che aveva un grande rischio di perdere la partita. Non pensavo ovviamente a un disastro così. La responsabilità è mia”.

“L’ho fatto con buone intenzioni: per paura di infortuni, per paura del sintetico, per paura del clima, per paura di accumulare partite e per paura di non avere due giocatori per ogni posizione. L’ho fatto pensando di dover giocare poi contro il Napoli, il Cagliari e il Milan. E l’ho fatto male. La responsabilità è mia e solo mia. Né dei giocatori, né della proprietà. La responsabilità è mia”.

Ritiene che una eventuale vittoria potrebbe cancellare il risultato in Norvegia?

“Una eventuale vittoria per 6-1 con il Napoli non mi cancellerebbe niente. Non mi cancellerebbe il feeling che ho, non mi cancellerebbe la sensazione di essere responsabile perché avrei dovuto fare il contrario. E le dico già che contro il Bodo giocherà la stessa squadra di sempre. E se poi qualcuno si infortuna, sarà un peccato”.

“Ma noi qui dentro lavoriamo tanto, e qui dentro esiste una cosa che abbiamo ereditato: una cicatrice emozionale di un record di infortuni che io non avevo mai visto in vita mia. La Roma ha un primato di infortuni negli ultimi quattro, cinque anni, che io non avevo mai visto. E una delle grandi preoccupazioni è che a questo livello dobbiamo per forza migliorare tanto. E lavoriamo tanto, tutti insieme: il dipartimento medico, quello Sport Science, i preparatori atletici, io stesso. E lavoriamo tanto con preoccupazione, con i dati, con le statistiche, con il recupero”.

“E questa cicatrice mi ha anche fatto pensare che questa (con il Bodo, ndr) fosse un’opportunità per far riposare gente e dare l’opportunità a dei bravi ragazzi di giocare. Perché i calciatori che hanno giocato sono bravi ragazzi, è gente che lavora, è gente che merita l’opportunità di giocare”.

“Però quando siamo andati in Ucraina, ok, io ho fatto dei cambi però hanno giocato Smalling, Cristante e Pellegrini e nella squadra c’era equilibrio. Abbiamo fatto sei punti. Siamo poi andati a giocare a Bodo: il campo era sintetico, che ha fatto paura a tutti. Io ho pensato che fosse l’unica opportunità di far riposare gente. Ho sbagliato. Responsabilità mia, storia mia. Purtroppo, rimane nella storia della Roma e su questo non posso fare niente. Rimane anche nella mia storia ed è meritato”.

Nel malaugurato caso di un risultato negativo, pensa che i tifosi continueranno a sostenere il progetto?

“Io non penso a un risultato negativo”.

Nelle ultime due stagioni, la Roma ha vinto solo quattro scontri diretti: c’è il rischio di un complesso della Roma in queste partite?

“Non sono d’accordo con lei. I numeri sono veri, ma io non sono d’accordo con lei. Per me c’è solo un complesso: nelle ultime due stagioni, siamo finiti sesti e settimi. E questa è l’unica cosa che mi interessa. Se noi in questa stagione facciamo meglio dell’anno scorso, e non vinciamo nessuno scontro diretto, per me non è un problema”.

“A me piace giocare contro le grandi squadre, mi piace affrontare a Torino la Juve e giocare contro il Napoli che ha sempre vinto. Non ho nessun problema con i risultati del passato, e credo che sia molto limitativo pensarla così. Non entro in questa dinamica. Domani giocheremo contro il Napoli, e giocheremo faccia a faccia. E cercheremo di vincere”.

Immaginiamo che Spalletti tema una Roma arrabbiata. Si può trasportare il sentimento di rabbia per una partita così facendo una grande gara con Napoli? E lei si sente più tranquillo che il Napoli in Europa League ha vinto?

“Non sono scaramantico, non sono uno che pensa a questo tipo di situazioni. Per me, è tutto molto obiettivo, tutto molto pragmatico. Non mi interessa quello che abbiamo fatto tre giorni fa, non mi interessa per niente. Sarà una partita contro una grande squadra, con un grande allenatore. Sarà una partita difficile per noi e non credo che sarà facile per loro: la Roma ha dei grandi giocatori e un grande allenatore, non sarà facile per lor. Avrò il piacere tremendo di ridere e salutare Spallettone prima e dopo la partita, siamo amici, ridiamo sempre”.

“La partita di giovedì non si dimentica: preferirei perdere questa, perché in Conference League penso di ottenere punti sufficienti per continuare in Conference League. È una sconfitta che dal punto di vista della classifica non è un dramma: abbiamo sei punti, giocheremo in casa altre due volte. Penso che ci qualificheremo e che siamo candidati per arrivare fino alla fine della competizione. Preferisco perdere una partita 6-1 che sei partite 1-0. Però, non si dimentica”.

Lei è tornato sulla partita di Bodo ed è stato molto chiaro sul rapporto con la proprietà e Tiago Pinto: andate tutti nella stessa direzione. Dopo la gara con il Bodo, le dichiarazioni di Pinto divergevano dalle sue: le sue erano soltanto figlie della delusione o c’è dell’altro?

“Quando abbiamo fatto quattro vittorie nelle prime quattro partite, scherzando ho parlato di San Pietro. Faccio un esempio e Max (Allegri, ndr) non si arrabbi con me: se Chiellini è infortunato, gioca de Ligt; se Alex Sandro è stanco, gioca De Sciglio. Avrei potuto nominare anche Simone Inzaghi. In qualche situazione, noi abbiamo delle soluzioni di livello, ma in qualche altra no. Non c’è da nasconderlo. Questo significa che una cosa è avere una squadra e un’altra è avere una rosa”.

“Stiamo costruendo una squadra, però abbiamo bisogno di costruire una rosa. E per farlo servono più finestre di mercato e più soldi. I proprietari, che stanno facendo uno sforzo incredibile per migliorare questo Club a tutti livelli, devono essere rispettati. Quando mi dicono che viene scritto che io ho un problema con la proprietà… io ho un problema? No, io ho rispetto”.

“E penso che i romanisti debbano rispettare e credere in quello che loro (i proprietari, ndr) fanno. E non parlo di me, perché oggi sono io e domani sarà un altro, perché il calcio è così. Però devono rispettare gente come loro e gente come Tiago, che stanno costruendo il futuro di un Club. E io ripeto – mia madre dice che quando invecchiamo perdiamo i filtri – ci sono tanti con le tasche piene, piene di commissioni, e doppie commissioni, e premi, e poi arrivederci a tutti. E quando tu hai bisogno di loro, loro spariscono. E chi paga? Pagano i Friedkin, paga Tiago e paga Mourinho che va in panchina”.

“Però, il mio lavoro è anche essere onesto e dire che le scelte di giovedì sono state mie e la responsabilità mia. Lasciate Friedkin e Tiago in pace, lasciateli lavorare in pace ché stanno facendo un lavoro fantastico. Se a gennaio e in estate possono aiutarmi di più, se loro pensano di poterlo fare, bravi, grazie mille. Però, io sono qui con loro. E domani in panchina non ci saranno giocatori scarsi, ma bambini di 17, 18 e 19 anni. Domani andrà in panchina Missori, 17 anni”.

Il Napoli scende generalmente in campo con un 4-2-3-1, con gli esterni d’attacco che tendono a entrare dentro al campo per lasciare la possibilità ai terzini di salire: ai suoi esterni offensivi chiederà un sacrificio in più in fase di copertura?

“Io penso che loro debbano preoccuparsi di Zaniolo e Mkhitaryan. Lei dice bene, sono bravi: Insigne, Politano, Lozano. Però Zaniolo, Mkhitaryan ed El Shaarawy sono bravi. Lì non abbiamo un problema. Ovviamente, dobbiamo rispettare con umiltà i punti forti del nostro avversario, e questi lo sono, tra gli altri. Ma Luciano è umile a sufficienza per capire che deve preoccuparsi di noi”.

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Alessandro Oricchio

Docente e ricercatore di Lingua Spagnola, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe. Da gennaio 2021 redattore e speaker di TeleRadioStereo 92.7

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