Interviste

Sardar Azmoun: “Da piccolo seguivo la Roma dall’Iran, Vucinic mi assomiglia? Lui era più forte di me”

(asroma.com) L’intervista rilasciata da Sardar Azmoun ai canali ufficiali del club. Ecco le sue parole:

Ha già conquistato tutti, Sardar Azmoun. Non solo per le caratteristiche tecniche da attaccante versatile e di qualità, che chi segue calcio doveva già conoscere bene. Ma per il carattere gentile, nobile.

Nel gruppo è inserito come se fosse a Roma da sempre. E il sorriso sul suo volto non manca mai. Nemmeno quando si presenta per fare questa intervista, ancora provato “da un allenamento bello e lungo. Iniziamo quest’intervista?”. Eccoci.

Stanco?

“Un po’, mi vedete, sono ancora in pantaloncini, ho finito da poco l’allenamento. Ma sono contento di questo momento, stiamo andando bene”.

Sembri sempre più inserito nel gruppo, scherzi sempre con tutti, anche via social dimostrate questa coesione.

“Sì, mi sento bene, a mio agio. Ho un buon rapporto con tutti. In questo spogliatoio ci sono campioni del mondo, top player a livello internazionale, eppure nessuno si dà arie particolari. È facile andare d’accordo con questi compagni”.

Il capitano, Lorenzo Pellegrini, quanto ti ha aiutato all’inizio nel tuo inserimento?

“Molto. Lui è un bravo ragazzo, che dà una mano sempre a tutti. Lorenzo è un bravo capitano, oltre che essere un calciatore molto forte sul terreno di gioco”.

Con il Torino sei partito titolare per la prima volta allo stadio Olimpico. Che sensazioni hai provato?

“Eh… Mi sono chiesto che lavoro facessero tutte quelle persone che erano lì allo stadio di lunedì alle 18.30. Ma l’orario alla fine era un dettaglio. Se avessimo giocato alle 8 di mattina, ci sarebbero stati gli stessi tifosi…

Scherzi a parte, questa gente qui è incredibile. Hanno sempre riempito lo stadio, in ogni partita, contro qualsiasi avversario. Torino o Inter, non cambia mai nulla. Non ci lasciano mai soli. Possiamo solo ringraziarli e augurarci che non smettano mai, per noi loro sono fondamentali”.

Cosa ti aveva chiesto il tecnico, Daniele De Rossi, prima della gara con i granata? A fine partita ha elogiato la tua prestazione.

“Quando analizziamo la partita con il match analyst il mister dà alcune consegne dal punto di vista tattico.

Sta a noi recepirle e metterle in pratica durante la partita. In questa occasione è andata bene, abbiamo vinto e conquistato i tre punti”.

A proposito di match analyst, il campionato italiano è uno dei più evoluti dal punto di vista tattico. Tu hai giocato in Russia, in Bundesliga e in Serie A. Quali differenze hai trovato tra le diverse leghe?

“Soprattutto Serie A e Bundesliga sono due campionati top, molto competitivi. Ci possono essere differenze sulla fisicità e la velocità, motivo per cui ci sono giocatori che possono rendere bene in un contesto e meno bene in un altro. Ma parliamo di livelli top!”.

In Germania, al Bayer Leverkusen, hai mai avuto modo di incrociare e confrontarti con Rudi Voeller? Un attaccante leggendario della Roma e l’idolo di De Rossi da bambino.

“Sì, l’ho visto qualche volta. È una bravissima persona e un ottimo dirigente di calcio. E ovviamente so che in passato è stato un calciatore molto importante, anche campione del mondo nel 1990 con la Germania”.

Hai dichiarato che da piccolo vedevi le partite della Roma in Iran. A parte Totti e De Rossi, quali erano i tuoi calciatori preferiti?

“Hai detto bene, a parte Totti e De Rossi. Che pure mia madre li conosce e sa che sono stati delle leggende autentiche per questo Club. A me piaceva molto Mirko Vucinic”.

Un attaccante abbastanza simile a te, veloce e tecnico.

“Mmm, lui era più forte…”.

Se ne può parlare. Qualche altro?

“Sono sempre stato attratto dagli attaccanti, dato che io gioco in attacco. Ovviamente, Dzeko e Batistuta – in due momenti storici diversi – li guardavo con enorme ammirazione”.

Ed essere allenato da De Rossi, appunto una leggenda di questa Società come hai detto, che sensazione ti dà?

“La cosa che sorprende di più di De Rossi è che vederlo da fuori, da calciatore, sembrava un vero combattente, che in campo non si risparmiava mai, con grinta.

Vederlo tutti i giorni, con i suoi modi gentili, con quel cuore gentile, è bellissimo ed è altrettanto bello averlo come allenatore. È stata la scelta giusta. E, se posso aggiungere, mi piace questo feelling in generale che si è creato”.

Ovvero?

“Questo senso di unione. La proprietà, Lina (Souloukou, ndr), i nostri dirigenti, sono sempre vicini alla squadra. È un qualcosa che ci aiuta fa sì che sia più facile raggiungere i risultati che stiamo ottenendo ora”.

Per esempio, abbiamo visto anche Ryan Friedkin scendere dal pullman all’Olimpico prima della gara con il Feyenoord.

“Sì, vero, e non solo quella volta, anche in altre come ad esempio con il Torino. È una cosa bella, ripeto. Vogliamo continuare su questa strada, con questo clima. C’è ancora tanto lavoro da fare, in campionato come in Europa League. Un passo alla volta, però. Monza-Roma, sabato. Quello abbiamo preparato in allenamento e a questo stiamo pensando ora”.

Qui la notizia originale. 

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Alessandro Oricchio

Docente e ricercatore di Lingua Spagnola, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe. Da gennaio 2021 redattore e speaker di TeleRadioStereo 92.7

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