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19 maggio 1990: 33 anni fa l’addio a Roberto Rulli

Il 19 maggio del 1990, 33 anni fa, l’addio a Roberto Rulli storico, fondatore nel 1972 dei Fedayn, gruppo storico posizionato sul muretto 17 della vecchia curva e del Commando Ultrà Curva Sud nel 1977. 

Giornali e telegiornali dell’epoca facevano spesso riferimento ai Fedayn indicando un gruppo terroristico di liberazione palestinese. Proprio Rulli, in un’intervista del 1977 rilasciata a “Giallorossi” spiega il perché fu scelto quel nome:

Noi del Quadraro già cinque anni fa ogni domenica seguivamo la Roma. Alle dieci eravamo davanti allo stadio. La gente che ci vedeva per la strada, in quel periodo che la nostra squadra non andava molto bene, ci dava dei suicidi, dei “Kamikaze” e ci diceva “Siete peggio dei Fedayn”. Da allora questo nome che ci avevano affibbiato ci è piaciuto e lo abbiamo tenuto”.

E ancora: “Secondo noi essere veri tifosi significa anche sacrificarsi per la propria squadra. Purtroppo molta gente non è disposta a far ciò. Inoltre io ho una mia concezione particolare di come dovrebbe essere inteso il club. Per me non dovrebbe essere solo un luogo di ritrovo dove parlare della Roma e dei suoi problemi, ma deve anche essere uno spazio aperto ai problemi del quartiere e della città. In tal senso noi stiamo organizzando delle iniziative di sport popolare in modo che tutti i cittadini siano dei veri sportivi, cioè facciano realmente dello sport“.

Io sono romano e come tale voglio che il nome della mia città prevalga sempre su qualsiasi altro. Quando la Roma vince per me è l’intera città che ha sconfitto quella avversaria. Questa è la miglior soddisfazione che possiamo avere. Quindi noi consideriamo i giocatori solo gli alfieri con i quali la Società porta in alto il nome della nostra amata città. Ribadisco quindi che non consideriamo affatto idoli queste persone“.

La Roma come punto di incontro per il sociale: questa era l’idea di Roberto Rulli, come si evince dalle sue parole: 

Secondo noi essere veri tifosi significa anche sacrificarsi per la propria squadra. Purtroppo molta gente non è disposta a farlo. Inoltre io ho una mia concezione particolare di come dovrebbe essere inteso il club. Per me non dovrebbe essere solo un luogo di ritrovo dove parlare della Roma e dei suoi problemi, ma deve anche essere uno spazio aperto ai problemi del quartiere e della città. In tal senso noi stiamo organizzando delle iniziative di sport popolare in modo che tutti i cittadini siano dei veri sportivi, cioè facciano realmente dello sport“.
(Roberto Rulli)

Fonte: LaRoma24.it 

 

 

Alessandro Oricchio

Docente e ricercatore di Lingua Spagnola, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe. Da gennaio 2021 redattore e speaker di TeleRadioStereo 92.7

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