Ruggiero Rizzitelli, il Bomber dell’As Roma che correva per quattro [Video]

Ruggiero Rizzitelli, nato a Margherita di Savoia nel 1967, arrivò alla AS Roma nella stagione 1988-89, che lo prelevò dal Cesena per 5,7 miliardi di lire più i cartellini di Sergio Domini e Massimo Agostini. Nonostante la giovane età, sbarcò a Trigoria a soli 21 anni, Rizzitelli venne subito utilizzato dal tecnico giallorosso Nils Liedholm, che lo chiamò in causa per ben ventisette volte nella sua prima stagione romanista: totalizzò venti partite e due gol in Serie A, cinque presenze e quattro gol in Coppa Italia e due gare in Coppa Uefa.

Rimase alla Roma per sei stagioni, totalizzando 211 partite con 55 reti messe a segno: non riuscì mai ad andare in doppia cifra in Serie A, nonostante fosse un attaccante che vedeva bene la porta. Quando lasciò i giallorossi, nell’estate del 1994, firmò con il Torino, squadra con cui mise a referto ben 19 gol in 32 partite in Serie A. Ma fu con il Bayern Monaco che si tolse la soddisfazione maggiore: nella stagione 1996/97, infatti, vince il titolo di Germania contribuendo con sette reti segnate in 25 partite.

Con i giallorossi il Bomber ha giocato 2011 partite segnando 55 reti, vincendo una Coppa Italia nel 1990-91.

Ecco l’intervista che Ruggiero Rizzitelli ha rilasciato a Roma Tv a gennaio del 2022:

Di Bartolomei e Conti?
“Di Bartolomei mi ha insegnato a stare in campo in A, mi ha dato consigli giusti. Ero un ragazzino che si affacciava da poco in A”.
Il primo anno a Roma?
“Una soddisfazione immensa, quando sono arrivato qui non sapevo se dare del lei o meno. Vedere Conti, Giannini, Voeller, Nela, gente che ho ammirato in TV… non sapevo come comportarmi. Mi hanno fatto sentire uno di loro. Il passaggio tra Cesena e Roma è stato duro, venivo da una cittadina, alla presentazione ero spaventato, l’impatto è stato devastante. Avevo anche paura, ero un ragazzino di provincia. Li ringrazio ancora”.
Su Roma-Broendby…
“Un gol storico, ci ha permesso di arrivare in finale di Coppa UEFA. Ci siamo arrivati insieme io e Voeller, simbolo di grande cattiveria. Partita strana all’inizio, dopo lo 0-0 esterno si parlava di una partita scontata, ma all’inizio la squadra era spenta. Urlavo e i compagni non mi seguivano, mi è partita la vena. Ho iniziato a correre dietro a tutti, feci un fallaccio clamoroso, rischiai l’espulsione. L’arbitro mi ammonì e mi rivolsi ai compagni che mi guardavano con gli occhi sbarrati per svegliarli. Quella reazione scatenò pubblico e squadra, vincemmo alla fine”.
Liedholm?
“Il classico allenatore di cui avevo timore, aveva una presenza importante anche se era a fine carriera. Mi ha insegnato tantissimo a reagire alle critiche”.
Dino Viola?
“Cosa dire… è un signore, prima che presidente. La persona che tutti i giocatori devono avere come presidente. Ti seguiva. Alla presentazione ero spaventato e lui mi teneva a braccetto (si commuove, ndr). Seguiva la squadra, sempre, ovunque, spegneva le luci a Trigoria, controllava le piante. Parlare di famiglia è scontato, ma lui ha fatto di questo club una famiglia. A volte si è scontrato con realtà del mondo del calcio, mi strappò alla Juventus. Questa persona, questo presidente con più quattrini poteva fare ancora di più. Non è ricordato solo da me come insostituibile, non è retorica dire che è il padre di questa società. Grazie, presidente”.
Il primo gol…
“Contro il Lecce, in Serie A, con esultanza sotto la Sud. Emozione incredibile, quello che sognavo. Sentii il mio primo coro, una soddisfazione che bisogna provare”.
Rudi Völler?
“Mi ha aiutato tantissimo, io ho portato acqua per lui, mi facevo il mazzo ma se lo meritava. Mi ricordo una partita, avevo i crampi anche al cervello. Mi si avvicinò, mi disse che avrebbe corso lui per me. Mi ha dato la forza per correre ancora, dice tutto del gruppo che c’era”.

Forza Roma!

Ruggiero Rizzitelli: il Bomber dell’As Roma

I Bomber della Roma

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