Pedro Manfredini, implacabile Bomber della As Roma anni ’60 e quel particolare soprannome di “Piedone” [Video]

(Dal libro “I grandi Bomber della Roma“: Pedro Manfredini, l’attaccante della As Roma anni ’60).

“Un derby senza Piedone è come un film di Sergio Leone senza Clint Eastwood”. Sergio Corbucci, regista e sceneggiatore italiano

Lo scudetto a 22 anni con il Racing Avellaneda

Pedro Waldemar Manfredini nasce a Maipú di Mendoza il 7 settembre del 1935. La sua carriera calcistica inizia nella squadra locale del Deportivo ma poi, a 22 anni, esordisce con la maglia del Racing di Avellaneda nella prima divisione argentina, squadra con cui vince lo scudetto nel ‘59.

Il 1959 è un anno d’oro per il centravanti, che viene convocato per la prima volta dalla nazionale argentina, protagonista nella 26esima edizione della Coppa America: la squadra albiceleste si aggiudica il titolo rendendo vane le sei reti segnate da Pelé con il Brasile e per Manfredini, autore di una doppietta nella gara d’esordio contro il Cile, è l’anno della consacrazione.

L’arrivo a Roma e il soprannome “Piedone”

Dopo il valzer delle panchine della stagione precedente, in cui si erano alternati Nordahl e Sarosi, il presidente Anacleto Gianni individua in Alfredo Foni l’uomo da cui ripartire: il tecnico arriva alla Roma dopo aver vinto due scudetti alla guida dell’Inter.

La Roma vuole mettere a disposizione del mister una squadra competitiva e, il 22 giugno del 1959, sbarca a Ciampino Pedro Waldemar Manfredini, giocatore con la fama di matador d’area di rigore. Neanche il tempo di scendere dall’aereo che Manfredini riceve subito il primo nomignolo: Piedone, a causa di una foto scattata dal basso verso l’alto che lo ritrae mentre scende dalla scaletta dell’aereo e che, a causa della prospettiva, fa sembrare il suo piede molto più grande.

Il nuovo soprannome porta fortuna a Manfredini: l’11 ottobre del 1959, infatti, l’attaccante debutta in campionato con la maglia giallorossa contro la Fiorentina andando in gol dopo soli cinque minuti. I giallorossi vantano un parco attaccanti di tutto rispetto: insieme a Manfredini ci sono Dino Da Costa, Alcides Ghiggia e l’ex laziale “raggio di luna” Selmosson.

Il primo gol nel derby di Pedro Manfredini

È il 18 ottobre del 1959, si gioca il derby della Capitale. Mister Foni si affida al tridente pesante composto da Manfredini, Selmosson e Da Costa. Per Piedone è la prima stracittadina della carriera, ma l’attaccante non si fa frenare dall’emozione: dopo due soli minuti di gioco Manfredini intercetta un tiro in diagonale dell’ala destra giallorossa Alberto Orlando e insacca alle spalle di Cei. La Roma è in vantaggio e lo stadio, stracolmo di spettatori, esplode di gioia.

Tuttavia la Lazio non ci sta, e si spinge in avanti alla ricerca del gol del pareggio: ci prova prima Rozzoni, ma è bravo Guarnacci a chiudere. Poi sono ancora Bizzarri e Franzini, i due attaccanti biancocelesti, a mettere i brividi alla retroguardia giallorossa, ma senza fortuna. E al 42esimo arriva il raddoppio della Roma: in un’azione di contropiede Da Costa serve in profondità Manfredini, che si invola in solitario verso la porta di Cei e lo trafigge con un perfetto rasoterra.

È il colpo del ko (il derby si chiude sul 3-0 con il terzo gol di Selmosson), e le prime pagine dei giornali sono tutte per Pedro Manfredini che, raccogliendo il testimone da Da Costa, diventa il castigatore della Lazio.

A suon di doppiette

L’avvio di stagione dell’argentino è folgorante: rifila una doppietta al Bari nella vittoria della Roma in terra pugliese, poi sigla altri due gol nel pareggio per 3-3 della Roma a Udine. Nonostante le ottime prestazione del tandem Manfredini-Selmosson, che insieme totalizzano 29 gol, la squadra stenta a decollare, e viene rimproverata dai tifosi di dedicarsi troppo alla Dolce Vita, tendenza che proprio in questi anni inizia a diffondersi nella città di Roma.

Le doppiette di Manfredini all’Atalanta, all’Inter, alla Juventus e alla Sampdoria consentono comunque ai giallorossi di chiudere la stagione al nono posto in classifica, con la Juventus di Omar Sivori che si proclama campione d’Italia.

La nuova stagione con il vecchio vizio: il gol

La stagione 1960-61 inizia con i fuochi d’artificio: il presidente Anacleto Gianni, infatti, acquista la mezzala Francisco Lojacono dalla Fiorentina, e soprattutto l’uruguaiano Juan Alberto Schiaffino dal Milan. È l’anno in cui Giancarlo De Sisti, dopo la trafila nelle giovanili giallorosse, approda in prima squadra.

La rosa a disposizione di mister Foni è molto forte, ed infatti l’avvio di campionato della Roma è bruciante, soprattutto grazie a lui: Pedro Waldemar Manfredini. Il 25 settembre del 1960 Piedone firma la tripletta nella vittoria corsara della Roma a Bari (0-3), una settimana più tardi è ancora una tripletta del bomber a spazzare via l’Udinese (6-1, Lojacono, Orlando, Selmosson); alla terza giornata un gol di Manfredini spiana la strada ai giallorossi nella vittoria contro il Torino, mentre alla quinta giornata il gol di Piedone non basta per evitare la sconfitta a Napoli.

Nel frattempo la Roma è impegnata anche in Coppa delle Fiere, e agli ottavi di finale i giallorossi incontrano il Royal Union Saint-Gilloise, che viene liquidato con un 4-1 grazie anche a una rete di Manfredini.

La storica tripletta nel derby: ManTredini

Il 13 novembre del 1960, per la settima giornata di campionato, il calendario prevede il primo derby della stagione. I giallorossi sono lanciatissimi grazie alle prime vittorie ottenute in avvio di campionato, e Foni schiera una formazione di tutto rispetto: Cudicini tra i pali, Fontana, Losi e Corsini in difesa, Pestrin e Schiaffino sulla mediana, Orlando, Selmosson e Lojacono a supporto di Manfredini.

Sono i biancocelesti a provare i primi assalti alla porta difesa da Cudicini, ma fino al 21esimo: i giallorossi recuperano palla sull’ennesimo tentativo d’attacco del laziale Bizzarri, Schiaffino serve Selmosson che lancia prontamente Manfredini in contropiede, l’attaccante elude la marcatura di Janich e con un tiro preciso porta la Roma in vantaggio.

Ma non è finita, perché due minuti dopo è ancora l’asse Schiaffino-Manfredini a far male ai laziali: lancio dell’uruguaiano per l’argentino che prima salta in dribbling Eufemi, poi evita l’uscita di Pezzullo e infine scarica in rete la palla del 2-0.

È un vero e proprio show della Roma, che al 37esimo, con una delle azioni più tipiche dei giallorossi, si porta sul 3-0: l’ex di turno Selmosson supera in velocità Bizzarri e serve una palla d’oro a Manfredini che deve solo preoccuparsi di spingerla in rete. La Roma vince il derby per 4-0, con Orlando che mette la firma sul gol finale.

È la terza tripletta stagionale per Manfredini, che per l’occasione si guadagna il soprannome di “ManTredini”: il tandem con Selmosson funziona alla perfezione, con lo svedese che replica con continuità le sue azioni funamboliche sulle fasce, nelle quali dribbla gli avversari a piacimento, prima di servire sotto porta il bomber Manfredini che insacca. “Palla a Manfredini e ci pensa lui”, è lo schema principale messo in atto dalla Roma.

Dopo i tre gol segnati nella stracittadina Piedone non si ferma più e, nella domenica successiva, rifila la quarta tripletta stagionale al Padova, ripetendosi poi il 27 novembre del 1961 con il gol che vale la vittoria sulla Juventus. Sono ben 15 le reti messe a segno da Piedone nelle prime nove giornate di campionato.

Ancora in gol in Coppa delle Fiere

Malgrado in campionato, dopo una partenza a razzo, la squadra giallorossa inizi a tirare il fiato, in Coppa delle Fiere il cammino è inarrestabile: Manfredini segna il gol dell’1-0 della Roma a Colonia, ma il 2-0 in trasferta viene vanificato dalla sconfitta casalinga con lo stesso risultato.

Nello spareggio valido per l’accesso alle semifinali, però, non c’è storia: una doppietta di Manfredini consente ai giallorossi di superare i tedeschi per 4-1, e ad attenderli in semifinale c’è l’Hibernian.

In campionato la Roma inizia a raccogliere una serie di pareggi alternati a buone vittorie ma anche a pesanti sconfitte, come quella per 3-0 contro la Juventus.

In semifinale di Coppa delle Fiere, invece, non basta una doppietta di Manfredini nella partita di ritorno contro gli scozzesi dell’Hibernian (3-3, Lojacono) e, per effetto del pareggio tra le due squadre nella gara di andata, si gioca lo spareggio per decidere chi sarà la finalista del torneo.

L’eliminazione dell’Hibernian

Il 27 maggio del 1961 si gioca in uno stadio Olimpico gremito, e Pedro Manfredini decide di vestire i panni del protagonista: il bomber giallorosso mette a segno una tripletta in 35 minuti (‘1, ‘12, ‘35); poi, dopo i due pali a testa colpiti da Pestrin e Lojacono e il rigore sbagliato da Selmosson, è ancora Manfredini a trovare la quaterna al 57esimo. Menichelli e Selmosson chiudono i giochi, per il 6-0 definitivo lancia i giallorossi in finale.

Prima di giocare l’ultimo atto del torneo, però, i giallorossi devono aspettare l’autunno della stagione successiva, quando ci saranno diversi cambiamenti nell’assetto della squadra. La Roma, nel frattempo, chiude la stagione 1960-61 al quinto posto in classifica, Pedro Manfredini si laurea capocannoniere della squadra con 20 gol.

La rivoluzione della nuova stagione e la vittoria della Coppa delle Fiere

Nonostante la finale della Coppa delle Fiere sia ancora da disputare, la stagione 1961-62 inizia con una notevole serie di cambiamenti in casa Roma: arriva dall’Inter il centravanti argentino Angelillo, mentre lasciano la Capitale Panetti, Selmosson e Ghiggia. Saluta anche mister Foni, che viene sostituito in panchina dal tecnico argentino Luis Carniglia.

La doppietta di Manfredini nella gara d’esordio in campionato consente alla Roma di superare l’Udinese, ma i giallorossi sono già concentrati sulla finale europea. Il 27 settembre del 1961 i giallorossi scendono in campo a Birmingham con una squadra profondamente rinnovata: Piedone Manfredini, però, vuole portare a termine il lavoro iniziato, e con una doppietta in 56 minuti porta la Roma sul doppio vantaggio. I giallorossi vengono rimontati nei minuti finali (la partita termina 2-2), e si decide tutto nella gara di ritorno. L’11 ottobre si gioca all’Olimpico una partita tiratissima: è un autogol di Farmer a sbloccare il match a favore dei giallorossi, poi Pestrin al 90esimo sancisce la vittoria europea della Roma, che si aggiudica per la prima volta nella sua storia la Coppa delle Fiere.

Per Manfredini è un autentico trionfo: oltre a salire sul podio più alto della competizione, l’attaccante si aggiudica anche il titolo di capocannoniere del torneo con 12 reti, record di gol in un’unica competizione di Coppa delle Fiere (verrà superato quando la competizione diventerà la moderna Coppa Uefa).

L’entusiasmo della vittoria in Europa non ha benefici sul campionato dei giallorossi, che raccolgono troppi pareggi. Questa volta in programma non c’è la sfida con la Lazio in campionato, complice la retrocessione in Serie B dei biancocelesti nella stagione precedente.

I 6 rigori di Manfredini

Ma il 25 aprile del 1962 le due compagini capitoline si incontrano in una partita valida per gli ottavi di finale di Coppa Italia, ed è una partita indimenticabile per Manfredini: il risultato di 0-0 non si sblocca neanche dopo i tempi supplementari e sono necessari i calci di rigore.

A calciare i 6 rigori di rito è un solo giocatore e Carniglia sceglie Manfredini che, calciandone 3 di potenza e 3 di precisione, supera per ben sei volte il portiere biancoceleste Pezzullo, mentre Longoni, rigorista della Lazio, sbaglia il terzo e il sesto: la Roma supera il turno, ma verrà poi eliminata ai quarti dal Napoli. In campionato, le 14 reti di Manfredini, accompagnate dalle 10 marcature di Angelillo, consentono alla Roma di chiudere al quinto posto in classifica.

Il difficile rapporto con Carniglia

La stagione 1962-63 si apre con l’addio del presidente Anacleto Gianni, soprannominato Anacleto V per i tanti quinti posti conquistati dalla squadra: gli succede Franco Marini Dettina. È la stagione in cui scoppia la querelle tra Pedro Manfredini e Luis Carniglia, che decide di relegare il forte attaccante in panchina.

La società è costretta a decidere chi tenere ta i due, e le due sconfitte consecutive della Roma contro Spal e Vicenza portano la dirigenza a esonerare il tecnico argentino e ad affidare nuovamente la squadra ad Alfredo Foni. Manfredini si riscatta subito: titolare nella partita della Roma a Palermo, segna una tripletta. Piedone è ripartito e non ha intenzione di fermarsi: firma una quaterna ai turchi dell’Altay Izmir in Coppa delle Fiere, poi sono Fiorentina, Torino e Sampdoria le sue vittime in campionato.

Il 20 gennaio 1963 una tripletta di Piedone stende il Napoli, mentre le domeniche successive impallina Mantova, Modena e Catania (doppietta). La tripletta segnata al Torino alla 28esima giornata e la doppietta rifilata all’Inter nella penultima di campionato consentono a Manfredini di vincere il titolo di capocannoniere del torneo con 19 gol all’attivo (in coabitazione con Harald Nielsen del Bologna), e alla Roma di ottenere l’ennesimo quinto posto in Serie A.

Le ultime due stagioni in giallorosso

Nelle ultime due stagioni con la maglia giallorossa Manfredini fatica a trovare spazio in squadra, a causa  dell’arrivo di “mister mezzo miliardo” Angelo Sormani. Piedone, infatti, totalizza 28 presenze segnando 8 gol in totale in campionato ma, nella stagione 1963-64, le due doppiette rifilate a Potenza e Napoli consentono ai giallorossi di superare il primo turno e i sedicesimi di finale di Coppa Italia, torneo vinto poi dalla Roma in finale contro il Torino.

Pedro Waldemar Manfredini, Mantredini, attaccante dalle straordinarie doti realizzative, chiude la sua esperienza nella Capitale dopo sei stagioni con la Roma con una media gol altissima: 77 gol in 130 presenze in Serie A, più di un gol ogni due partite per Piedone, oltre alle 27 reti siglate tra Coppa Italia e Coppa delle Fiere. Manfredini vanta nel suo palmares anche il primo (e finora unico) titolo europeo conquistato dalla Roma.

Fine carriera

Dopo aver lasciato i giallorossi Manfredini firma per il Brescia, dove si ferma una sola stagione, prima di approdare a Venezia, città in cui decide di lasciare il calcio giocato nel 1967.

CURIOSITÀ

Pedro Manfredini è stato un autentico protagonista della squadra giallorossa a cavallo degli anni ’60: con la maglia della Roma Piedone ha segnato 11 doppiette e ben 9 triplette. Storico il filotto del centravanti nella stagione 1960-61, quando ha firmato 4 triplette nelle prime otto giornate di campionato contro Bari (1a giornata), Udinese (2a giornata), Lazio (7a giornata) e Padova (8a giornata).

Forza Roma!

(Le storie dei grandi attaccanti della Roma le trovate qui)

Pedro Manfredini, l’attaccante della Roma anni ’60

I Bomber della Roma

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