I Bomber della Roma

Paolino Poggi, il mestierante del gol che sfiorò lo Scudetto con l’As Roma [Video]

(Dal libro “Ho dimenticato come si fa gol“: Paolino Poggi, l’attaccante della As Roma anni 2000).

Il 1996 fu un anno molto importante nella mia vita. Avevo quasi sedici anni (che avrei compiuto a dicembre), iniziavo il mio terzo anno di scuola al Liceo Scientifico, e già passare dal biennio al triennio fu un’esperienza traumatica. Cambiavano i professori, si aggiungevano alcune materie tra cui la Fisica, con la quale non ebbi mai un buon rapporto, e la Filosofia, con la quale invece riuscii anche a divertirmi.

Fu anche l’anno in cui iniziai ad acquisire alcune certezze. Capii che per essere promosso dal terzo liceo in poi avrei dovuto studiare molto di più; capii che per non andare per terra con il mio motorino nuovo di zecca avrei dovuto prestare molta attenzione alle manovre improvvise di alcuni automobilisti; capii che per avere il mio primo telefono cellulare avrei dovuto comportarmi bene e soprattutto prendere buoni voti a scuola (lo ottenni circa due anni più tardi); ma soprattutto capii che ogni qual volta la Roma giocava contro l’Udinese c’era un giocatore che in campo faceva sempre fuoco e fiamme: quel giocatore si chiamava Paolino Poggi.

Dimenticate internet, dimenticate Wikipedia, dimenticate Google. In quel periodo, infatti, il World Wide Web aveva solo una manciata di anni, non c’erano smartphone, niente dispositivi che permettessero di verificare le notizie e approfondire argomenti in maniera immediata. Le conoscenze si acquisivano in presa diretta: o studiando, dunque sui libri, o per esperienza, ovvero osservando gli eventi e tutto ciò che veniva raccontato sui giornali o in Tv.

Paolino Poggi lo imparai a conoscere il 19 gennaio del 1997. Ero in una di quelle pizzerie che trasmettevano le partite grazie all’abbonamento a Tele +, una pay tv che tre anni prima aveva iniziato a mandare in onda alcune gare della Serie A, denominate i posticipi. A partire dal ’96, invece, fu possibile seguire anche le altre gare, e quel 19 gennaio, insieme ad alcuni compagni di classe, mi ritrovai seduto al tavolo per seguire Udinese Roma. Per i giallorossi la stagione non era iniziata benissimo: in panchina il tecnico argentino Carlos Bianchi sembrava piuttosto spaesato, e i risultati, dunque, non erano affatto incoraggianti. Quel giorno, contro i bianconeri di Stroppa ed Helveg, tutto lasciava presagire che la gara si sarebbe conclusa con il risultato di parità: uno 0-0 piuttosto grigio, in cui la Roma non aveva fatto moltissimo durante i novanta minuti. Ma al 90esimo l’Udinese affondò sulla sinistra: cross di Orlando, mezza torre di Clementi, colpo di testa di Paolino Poggi e palla in rete. Triplice fischio finale di Tombolini, e tutti a casa: i giocatori della Roma con zero punti “in saccoccia”, io e i miei amici con una serie di maledizioni in tasca che distribuimmo in giro per il quartiere durante il tragitto per tornare verso le nostre abitazioni.

Nell’ultima giornata di campionato, poi, la Roma di Liedholm, subentrato ad aprile all’allenatore argentino, affrontò di nuovo l’Udinese, e questa volta in campo c’era anche un altro attaccante molto pericoloso: Oliver Bierhoff. La partita iniziò nel peggiore dei modi per i capitolini: il portiere romanista Berti venne espulso alla mezz’ora di gioco per un fallo da ultimo uomo su Poggi. “Oh, ancora Poggi!”. Eh già, ancora Poggi, ma non fu tutto. Perché un quarto d’ora più tardi l’attaccante bianconero si involò verso la porta difesa dal subentrato, ed esordiente, Di Magno, superandolo con un pregevolissimo colpo sotto. Fu il gol che spianò la strada alla vittoria dei bianconeri, che oltretutto con quel successo ottennero per la prima volta nella loro storia la qualificazione all’Europa.

Ci sono giocatori che quando vedono la Roma diventano come i tori con il drappo rosso: si infiammano. Ecco, Paolino Poggi era uno di questi. Perché nella stagione successiva, nonostante la vittoria della Roma allo Stadio Olimpico contro l’Udinese degli ex Statuto e Cappioli, fu ancora Paolo Poggi a segnare il gol della bandiera dei friulani nella partita valida per il ritorno degli ottavi di finale di Coppa Italia. Poi, poco più di un mesetto più tardi, nel replay del match disputato in Serie A, Poggi non riuscì a trovare la via del gol ma, non soddisfatto, decise di servire a Oliver Bierhoff due assist vincenti che permisero al tedesco di segnare una doppietta che stese la Roma di Zdenek Zeman. Ma mica finì così. Perché infine, nella gara di ritorno, l’Udinese servì un poker ai giallorossi, e chiaramente Paolino Poggi tornò a mettere la sua firma sul tabellino dei marcatori.

Vi starete chiedendo: perché tutta questa premessa? Perché a quell’epoca non esistendo YouTube né i video del tipo “Paolo Poggi skills 1996/97”, le idee che mi facevo su alcuni giocatori si costruivano sulle prestazioni che questi offrivano contro la Roma. Anche perché, in tutta onestà, il tempo per seguire anche le altre partite, quelle in cui la Roma non era in campo, non c’era. Bisognava studiare, i professori a scuola erano molto esigenti. Dunque, tra le certezze che ormai avevo acquisito, c’era questa: che Paolino Poggi era un gran giocatore, bravo sia a segnare, sia a servire assist che a creare scompiglio nelle difese avversarie. Soprattutto quando giocava contro la Roma.

– Quattro anni dopo

Chissà in quanti ricordano che in quella gloriosa rosa della stagione 2000/2001, nonostante non sia sceso in campo neanche un minuto, c’era anche un ragazzetto (si fa per dire, perché aveva 29 anni) che rispondeva al nome di Paolo Poggi. L’attaccante, infatti, aveva raggiunto i giallorossi durante la sessione di mercato invernale della stagione precedente: a gennaio del 2000 era stato proprio il tecnico Fabio Capello a indicare Paolo Poggi come rinforzo per il pacchetto avanzato della Roma, che poteva contare solo su Francesco Totti, Marco Delvecchio, Vincenzo Montella e sul brasiliano Fabio Junior, che tuttavia non era visto di buon occhio dal Mister friulano.

Dunque Paolo Poggi arrivò alla Roma con un curriculum di tutto rispetto: 233 presenze con l’Udinese e 50 gol segnati nell’ultimo quinquennio, in cui era riuscito ad andare in doppia cifra ben tre volte. Insomma, alla Roma serviva un attaccante di riserva che avesse il vizietto del gol, e Paolo Poggi fu l’uomo scelto per colmare questa lacuna.

– Ventinove gennaio duemila

Arrivato a Trigoria il 29 gennaio Paolo Poggi riesce ad aggregarsi alla squadra in partenza per la trasferta di Milano contro l’Inter, gara in cui debutta in maglia giallorossa disputando gli ultimi 6 minuti. Non è un debutto da ricordare, dato che l’Inter riesce a vincere la partita grazie a un gol di Roberto Baggio viziato da un fuorigioco iniziale, con i giallorossi che si fermeranno al palo colpito da Francesco Totti. Tuttavia, esordire contro l’Inter di Seedorf, Vieri e Zanetti non era certo un compito semplice, dunque nessun dramma, il tempo per recuperare c’è ancora.

Nella giornata successiva si presenta ai suoi tifosi: all’Olimpico entra in campo nell’ultima mezzora nella gara vinta dalla Roma per 5-0 contro il Venezia. Poi racimola qualche scampolo di partita contro Perugia, Fiorentina e Juventus, minuti che servono per prendere confidenza con i compagni e con la nuova realtà. Ma ecco che arriva finalmente l’occasione della vita: a Cagliari il Mister decide di inserirlo dal primo minuto al posto di Vincenzo Montella, che si accomoda in panchina per far spazio all’ex Udinese. La partita finisce 1-0 per gli isolani per effetto del gol segnato da Mboma, e il giorno dopo sulle pagelle del quotidiano La Stampa si legge quanto segue:

Poggi, 5: Strana scelta di Capello. Praticamente non tocca mai palla. Nella ripresa Montella è un’altra cosa.

Non male, no?

Ma Capello è un tecnico che non si lascia abbattere facilmente e la domenica successiva contro la Reggina di Bogdani e Kallon, peraltro già in vantaggio di una rete grazie a Cozza, inserisce Poggi al 52esimo, e l’attaccante ex Udinese non è neanche il peggiore dei suoi. Ma la gara finisce con un’altra sconfitta pesante per i capitolini, che subiscono la seconda rete ospite nei minuti finali.

La Roma non va più, e Capello dunque decide di provarle tutte: contro Udinese, Lecce e Bologna schiera ancora dal primo minuto Paolo Poggi titolare. Nonostante i capitolini riescano a raccogliere 5 punti in tre gare, pareggiando le prime due e vincendo la terza, le prestazioni di Paolo Poggi sono molto opache. Sembra un pesce fuor d’acqua, dà l’impressione di non riuscire a inserirsi negli schemi della squadra giallorossa. Tanto che, un paio di settimane più tardi, in casa contro il Bari vedrà per l’ultima volta il campo con la maglia giallorossa sulle spalle, nel pareggio casalingo contro i pugliesi. Poi, solo panchine nelle ultime due gare della stagione.

Nonostante i sei mesi non brillantissimi, Paolo Poggi non lascerà la Roma a fine stagione. Come detto in precedenza, Poggi farà parte della rosa della Roma anche nella gloriosa annata che vedrà arrivare nella Capitale giocatori del calibro di Batistuta, Emerson e Samuel. In quella stagione Poggi non scese in campo neanche una volta, ma potrà raccontare, tuttavia, di aver fatto parte di una super squadra che alla fine dell’anno calcistico si sarebbe laureata Campione d’Italia.

In un’intervista rilasciata nel 2018 al giornale online forzaroma.info, Paolo Poggi ammise di essere rimasto dispiaciuto di non aver potuto contribuire alla causa e di aver lasciato la Roma proprio poco prima dello storico Scudetto: “Mi è dispiaciuto non essere riuscito a dare quello che avrei voluto, arrivai alla Roma in un momento in cui stavo bene ma non riuscii a contribuire esclusivamente per colpa mia. La Roma mi aveva messo in mano tutti i mezzi per poter fare bene, la concorrenza era esaltante e ingombrante, però quando a un calciatore viene data la possibilità deve essere bravo a sfruttare certe occasioni, e questo è un rammarico. Ma ho comunque l’orgoglio di aver fatto parte di quel gruppo per i primi sei mesi”.

Paolo Poggi lasciò Trigoria nel gennaio del 2001, dopo aver totalizzato 11 presenze con la maglia giallorossa con zero gol all’attivo. La Roma fu, insieme all’Ancona un paio di anni più tardi, l’unica squadra con cui Poggi non riuscì a segnare neanche una rete.

Forza Roma!

(Le storie degli attaccanti della Roma che a Trigoria persero il gol le trovate qui)

Paolino Poggi, il mestierante del gol che sfiorò lo Scudetto con l’As Roma

I Bomber della Roma

Alessandro Oricchio

Docente e ricercatore di Lingua Spagnola, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe. Da gennaio 2021 redattore e speaker di TeleRadioStereo 92.7

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