Interviste post partita

Mourinho al termine di Sassuolo Roma: “Possono dire che siamo tutti scarsi, ma non che non siamo uniti”

(asroma.com) Dopo il match pareggiato dalla Roma contro il Sassuolo Mourinho ha parlato nella consueta conferenza stampa post match. Ecco le parole di Mourinho al termine di Sassulo Roma: 

Cosa le lascia questo pareggio?

“Trovarsi in svantaggio al 90’ e poi pareggiare cambia la dinamica emozionale. Se prima della partita mi avessi chiesto se avrei voluto un pareggio, ti avrei risposto di no. Idem se me lo avessi chiesto all’intervallo. Ma se me lo chiedi al 90’, rispondo ‘grazie mille’. Per questo, quanto agli ultimi minuti, posso paragonare questa partita alla sconfitta con il Bologna, a quella con il Verona, a quella con il Venezia. Sono gare molto simili in relazione agli ultimi 10, 15 minuti, dove abbiamo avuto la possibilità di pareggiare. Sarebbero stati un punto, un punto, un punto… E oggi ci siamo riusciti.

Non era il risultato che volevamo, ma è un punto e ci dà un minimo la possibilità di restare imbattuti nelle ultime quattro gare di campionato, collezionando 8 punti. Se mi chiedi se volessi di più, certo che sì: specie con il Genoa avremmo potuto prendere più punti. Però, questo risultato mi trasmette il feeling di una squadra che arriva fino alla fine”.

Anche oggi alla Roma è mancato qualcosa. Oggi si è vista una mancanza di tecnica nell’ultima parte del campo.

“Sì, anche con un uomo in più: 10 minuti non sono stati tanti e non sono sufficienti per cambiare totalmente i numeri, le statistiche. E venire qui e fare 50 e 50% o 49 e 51% di possesso palla, non è facile. Significa che dietro abbiamo avuto un po’ più di stabilità: Marash (Kumbulla, ndr) ci ha dato questa qualità in uscita. A centrocampo, nella prima parte della partita ci è mancato ordine, ci è mancata disciplina. Ogni volta che la palla arrivava a Vina o a Karsdorp, c’erano poche opzioni per giocare dentro e praticamente si giocava sempre la palla profonda, e qualche volta ci anticipavano sulla profondità e neanche Felix aveva questa possibilità: in 70 minuti, Felix ha avuto una sola possibilità di andare in profondità.

E nell’ultima parte della partita, anche undici contro undici, si sentiva che la squadra stava migliorando. Il punto è meritato. Come dicevo prima, la frustrazione deriva dal fatto che eravamo venuti qui per vincere la partita. Ma è un punto e alla fine vediamo quanti ne avremo”.

La Roma non ha perso la testa, vista la settimana un po’ caotica, con tutte quelle notizie uscite sui giornali.

“C’è una sola notizia che non posso negare, che non posso dire che fosse una bugia. Tutte le altre sono zero. È giornalismo di quinta classe, è giornalismo senza etica, è giornalismo senza l’essenza del giornalismo. Ossia, la verità. Una qualità imbattibile di questo gruppo è l’empatia, è l’amicizia. Possiamo essere scarsi, tutti possono dire che Mourinho e i giocatori siano scarsi, però nessuno può dire che non siamo un gruppo molto, molto unito. Lo è, e nessuno può fare un danno a questa squadra, sotto questo punto di vista. Calcisticamente, a livello tecnico possiamo avere dei limiti: il secondo gol magari non ci farà dormire questa sera, ci farà fare degli incubi, ma siamo un gruppo molto unito. Questo è innegabile”.

Come decide quando adottare la difesa a tre o a quattro? Come la vede lei?

“In base a come si sentano più a loro agio i giocatori. Non decido in funzione di quello che mi piace di più o della mia idea principale di calcio: è un po’ una conseguenza dei giocatori che abbiamo e del modo in cui sono loro si sentono più a loro agio. Questo per me è molto importante. Per giocare con tre davanti, dove ci sono i calciatori di fascia, ai quali piace veramente giocare sulla fascia. Per giocare a due e subire qualche volta l’uomo contro l’uomo, dove sono i difensori veloci. È in funzione delle nostre caratteristiche che cerco di fare un puzzle dove i calciatori si trovano meglio”.

A che punto è la convivenza tra Pellegrini e Sergio Oliveira?

“Era la prima volta che giocavano insieme. Onestamente, tutti e due possono fare meglio dal punto di vista individuale e dell’interazione. Sergio è arrivato da poco e anche Pellegrini è arrivato da pochissimo. C’era un pochino di rischio a farli giocare insieme oggi per 90 minuti, ma è un rischio che dovevamo prendere alla luce del risultato. Quanto alla interazione tra loro, migliorerà sempre.

Non posso nascondere che Cristante, Vereout, Pellegrini e Sergio Oliveira siano calciatori di qualità, però non abbiamo calciatori per giocare lì, nella casa dei motori, che fanno girare la squadra, che decidono il ritmo della partita, che decidono se giocare dentro o fuori. Per me, l’adattamento di Mkhitaryan, che ovviamente non è un regista, non è uno che può giocare davanti alla difesa, è stata veramente felice, perché non è quel giocatore lì. Ma tra tutti loro è quello che ha più criterio, è quello che pensa meglio il gioco, che pensa meglio il movimento e trova meglio gli spazi. Mi si è trasformato. Per me, è il giocatore più importante di questa squadra, in funzione di questo.

Andiamo avanti. Dobbiamo migliorare, dobbiamo fare il possibile per finire il meglio possibile in campionato. E dobbiamo migliorare, perché dobbiamo giocare la Conference League. E la gente sbaglia quando pensa che sia una competizione senza squadre di qualità. L’altro giorno ho visto Psg contro Rennes e ho visto un grande possibile avversario fra tanti altri”.

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Alessandro Oricchio

Docente e ricercatore di Lingua Spagnola, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe. Da gennaio 2021 redattore e speaker di TeleRadioStereo 92.7

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