Stagione 2021/2022

Serie A, Venezia Roma: di che cosa dobbiamo parlare? [Video]

A Venezia la Roma esce sconfitta dal lunch match, dopo una partita che ha quasi del surreale. Non solo per il risultato maturato, ma per come i giallorossi, per l’ennesima volta, sono stati trattati in campo da un arbitraggio che definire discutibile è quanto meno un eufemismo. Una partita che la Roma era riuscita a ribaltare dopo lo svantaggio iniziale, ma che per una serie di mini decisioni del fischietto Aureliano ha cominciato a prendere una brutta piega proprio quando la Roma stava gestendo il sorpasso e tentando di segnare la rete della tranquillità.

Un rigore fischiato con imprecisione per il Venezia, falli dei lagunari non ravvisati (o non sanzionati come il regolamento impone), falli sui giocatori della Roma dei quali l’arbitro neanche si è preoccupato (tutto a posto l’uscita di Romero su Ibañez?). E risulta difficile poi andare a commentare una sconfitta che brucia, perché ieri la Roma ha tirato verso la porta del Venezia ben 21 volte, in una partita che i giallorossi hanno disputato mettendo in campo tutte le energie residue.

Ma è chiaro che se ogni domenica ci ritroviamo a commentare gli episodi arbitrali (in realtà era successo anche contro il Bodo Glimt, dove l’arbitro greco ci ha negato un rigore solare per un tocco di mani del difensore norvegese Moe in area), risulta difficile poi parlare di calcio.

Di che cosa dovremmo parlare, allora? Della continuità con cui gli arbitri quando dirigono le partite della Roma interpretano il regolamento a loro personalissimo piacere? Della mancanza di uniformità di giudizio che in queste ultime partite gli arbitri hanno dimostrato contro la Roma? Potremmo parlare a lungo di tutto questo, nella speranza che l’AIA, silente finora, decida una volta per tutto di punire severamente gli arbitri che si dimenticano di avere a disposizione un mezzo, il Var, utile proprio per non creare disparità di giudizio.

Ci limitiamo, dunque, a leggere le parole del tecnico portoghese nella consueta intervista post partita su Sky, perché parlare di calcio, dopo uno scempio di questo tipo, appare veramente troppo difficile.

La produzione offensiva è stata notevole, più del Venezia. E’ mancata la cattiveria e l’incisività come sosteneva nelle altre partite?
Difficile dire cattiveria, una parte importante della storia della partita è il nostro gioco offensivo, tante opportunità create e quelle che chiamo ‘mezze opportunità’: quando arrivi in posizioni pericolose e non riesci a fare l’ultimo tocco e fare gol. Abbiamo avuto una facilità tremenda di arrivare in ampiezza, due attaccanti con buona mobilità, due giocatori offensivi con Pellegrini e Veretout. Parte della storia della partita è il nostro gioco offensivo, è difficile commentare con tanto gioco offensivo fare solo 2 gol. Poi abbiamo preso gol su palla inattiva, abbiamo sbagliato e il terzo gol è l’interpretazione negativa di un possibile fuorigioco. Poi c’è una storia più piccola, che diventa un momento importante, che è il secondo gol del Venezia: mi devo proteggere, restare con le mie sensazioni ma non esprimere ciò che sta succedendo.

Si riferisce alle vicende arbitrali?
Il secondo gol? Possiamo parlare anche dei giocatori che potevano prendere il giallo per falli tattici. Possiamo anche dire che abbiamo avuto tante opportunità per fare 3-2, è vero, la più evidente è quella di El Shaarawy. La verità è che sul 2-1 la partita era sotto controllo. Poi quello che è successo… Non voglio dire più niente, preferisco dire solo che era un momento molto molto importante per la partita.

Ha sbagliato la società, hanno sbagliato molti a pensare che la squadra fosse da 4° posto o lei ha sbagliato a non darle equilibrio? Per me è da 6° posto (domanda di Giancarlo Marocchi, ndr).
Hai la tua opinione, io ho la mia. Come allenatore devo dare ambizione e motivazioni, non solo ai giocatori ma anche a me stesso. Dire che il quarto posto è l’obiettivo per cui lottare non significa che siamo da quarto posto: io non ho mai detto che eravamo una squadra da quarto posto, ma dirò fino all’ultima partita che il quarto posto è l’obiettivo per cui lottare. Siamo finiti sesti-settimi e lo sforzo della società è stato un mercato reattivo, non penso che questa rosa sia migliore di quella dello scorso anno. Abbiamo perso giocatori di esperienza e di rosa. I due terzini oggi in panchina erano Reynolds, che ha fatto 2/3 partite in Serie A, e Tripi che è della Primavera. Due come Bruno Peres e Juan Jesus sarebbero stati utili. Il mercato è stato reattivo, sono dalla parte della società e del direttore. Il portiere è stata una scelta iniziale, ho fatto richiesta, dopo sul terzino sinistro è stato reattivo, così come Tammy (Abraham, ndr) per via della partenza di Dzeko. Gli altri giocatori sono dello scorso anno. Questa non è la stagione per attaccare in modo chiaro gli obiettivi in classifica, con un contratto di 3 anni di tempo per lavorare qui questa può essere una stagione di dolori, nel corpo e nell’anima, ma è molto molto importante per me per capire qualcosa che non capito prima di arrivare. Già ora capisco di più rispetto a 2-3 mesi fa. Rispetto all’equilibrio, che non riuscirei a dare alla squadra: le squadre si costruiscono su un modello di gioco, quando hai una rosa in cui non hai 2 giocatori con un potenziale simile in ogni posizione anche l’allenatore diventa reattivo e non proattivo. Oggi, al di là della grande partita dal punto di vista offensivo, che era sufficiente per vincere, abbiamo avuto difficoltà di costruzione della squadra. Anche in panchina. Karsdorp era infortunato e con un cartellino giallo. Guardi, se Darmian è in difficoltà e ammonito entra Dumfries, se lo è Kjaer entra Romagnoli, ci sono mille esempi. Noi siamo una squadra che si deve costruire, ma al di là di questo la nostra motivazione, fino a quando sarà matematicamente possibile, sarà sempre lottare per il quarto posto. Il target va messo al di là del proprio potenziale, finchè è matematicamente possibile ci puntiamo. E sugli episodi magari un giorno capirò. Ci sono delle cose che sono nascoste e che con gli anni poi capisci, magari un giorno le capirò.

Forza Roma!

Venezia Roma: la partita

Alessandro Oricchio

Docente e ricercatore di Lingua Spagnola, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe. Da gennaio 2021 redattore e speaker di TeleRadioStereo 92.7

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