I derby, si sa, si possono vincere, pareggiare o perdere. Ci sta, è il calcio. Chiaro, vedere la Roma perdere contro la Lazio non è mai piacevole, ma la stracittadina è una partita particolare in cui non conta la posizione in classifica, bensì dimostrare di avere quel quid in più, quella determinazione e quell’aggressività necessarie per disputare una gara sporca, fatta di agonismo e voglia di prevaricare gli avversari.
Ed è tutto quello che probabilmente è mancato alla Roma ieri sera. Eccezion fatta per Pau López, il migliore in campo dei giallorossi, i giocatori scesi in campo contro la Lazio sono apparsi spaesati, distratti, poco inclini a mettere da parte il fioretto per tirare fuori la spada. E inevitabilmente il derby ha preso una piega che poi si è rivelata irreversibile.
Errori individuali e di squadra
È evidente che, oltre a una migliore organizzazione in campo della squadra avversaria, la Roma ieri ha sofferto parecchio anche per gli errori individuali dei singoli giocatori. Per Ibañez è stata sostanzialmente una partita da incubo, con due errori piuttosto gravi che hanno spianato la strada alla vittoria biancoceleste. Ma oltre a questo ciò che ha stupito è stata anche la mancata reazione della squadra che non è riuscita neanche lontanamente a impensierire la retroguardia laziale. Un atteggiamento piuttosto preoccupante, perché ha ricordato altre due partite perse malamente in questa stagione: quella contro il Napoli al San Paolo, e il secondo tempo di Bergamo, in cui la squadra ha fatto di tutto per farsi male da sola, prima ancora che cominciassero gli avversari.
Quando si alza la posta in palio
E qui bisognerebbe fare un breve ragionamento sul cammino della Roma in questo campionato. La Roma finora ha disputato una buona stagione, riuscendo a fare il massimo con le piccole e pareggiando contro Milan, Juventus e Inter. Ma quando arriva il momento di provare ad alzare l’asticella, in quelle gare che potrebbero essere decisive per dare una piccola svolta alla stagione dei giallorossi, si verifica un crollo fisico e soprattutto psicologico. E non si tratta solo di perdere le partite, perché chiaramente si può anche perdere. Ma il modo in cui si perde. A Napoli i giallorossi si sono lasciati travolgere da una squadra che veniva da un momento piuttosto negativo, ma che contro la Roma è risultata devastante. A Bergamo, dopo aver disputato oltretutto un buonissimo primo tempo, è bastato l’ingresso in campo di Ilicic per mandare al manicomio un’intera squadra che ha subito la rimonta bergamasca quasi senza opporre resistenza. Anche con l’Inter, in realtà, si era verificato qualcosa di simile: nei primi venti minuti del secondo tempo, infatti, la Roma era sembrata completamente in balia degli avversari, come se fosse rassegnata a dover subire la rimonta.
Ecco, quello che è successo ieri contro la Lazio è un po’ un mix di tutto questo. E dispiace, perché la partita si poteva anche perdere, ma non in quel modo. Senza riuscire quasi a opporre resistenza, senza riuscire a operare alcuni accorgimenti per provare quanto meno a cambiare la dinamica del match.
Una partita talmente mal giocata che ci fa tralasciare, con amarezza, addirittura il secondo gol laziale, evidentemente irregolare: per il controllo di mano di Lazzari, per la posizione di offside di Caicedo nel momento de tiro di Luis Alberto.
Ora, però, è necessario analizzare la sconfitta (e l’atteggiamento) di ieri e rimettere insieme i cocci. Bisogna che società, staff e giocatori si facciano un bell’esame di coscienza e si preparino a ripartire. Perché il cammino stagionale della Roma non può fermarsi alla sconfitta di ieri, ma deve riprendere il prima possibile, già da martedì prossimo contro lo Spezia.
Forza Roma!
