Match Analysis

Roma – Verona: Una bella Roma la chiude in 9 minuti

Con il caso Dzeko ancora vivo la Roma affronta quel Verona che ha messo in difficoltà tutte le “big” e che all’andata ci fece sudare le classiche sette camicie.

Era la classica partita da temere: avversario ostico, che pratica uno stile di gioco basato sulla fisicità, in una settimana in cui il tuo uomo più pagato e capitano di inizio stagione è ancora ai margini.

Fonseca affronta il match con i “soliti”, rientrano Mkhitaryan e Mancini ed escono Kumbulla e Carles Perez; la gara di Smalling, però, dura solo 12 minuti; l’inglese vittima di un problema muscolare viene sostituito da Kumbulla con Ibanez che scala al centro del terzetto difensivo.

Marcature strette sugli uomini chiave e verticalità

Senza alcun dubbio due degli uomini chiave di Juric sono Zaccagni, autore fin qui di un campionato di altissimo livello, e Barak; conscio del pericolo Fonseca optà per due marcature strettissime, soprattutto quella su Zaccagni operata da Mancini non consente mai al fantasista romagnolo di entrare in partita praticamente annullato da Mancini.

Il piano tattico della Roma è chiaro, annullare le offensive veronesi con marcature asfissianti sugli uomini chiave e ripartenze veloci con verticalizzazioni  rapide a centrocampo.

Le prime due segnature avvengono cosi su due passaggi di Veretout in verticale verso Mayoral, nel primo caso l’attaccante spagnolo impegna la difesa gialloblu in calcio d’angolo sul quale svetta Mancini, nel secondo è sempre il francese ad innescare l’attaccante Spagnolo che fallisce nel superare Silvestri ma è freddo nel servire a Mkhitaryan la palla del 2 a 0.

Veretout per Mayoral 1
Veretout per Mayoral: da qui nasce l’angolo dell’ 1 a 0

 

Veretout per Mayoral
Ancora Veretout per Mayoral e sono 2

Il primo tempo si chiude con il 3 a 0 di Mayoral su azione d’angolo propiziata da un tiro di Pellegrini respinto centralmente.

A parte i 3 gol la Roma nella prima frazione non subisce nulla all’intervallo il Verona ha la miseria di 0.07 xG (fonte undestat.com)

Dai gol mancati ai 20 minuti di paura

La ripresa comincia come era finita la prima frazione: la Roma non rischia nulla ed imperversa mancando in almeno 3 occasioni il gol del 4 a 0.

Come spesso ci capita, però, un singolo episodio sfortunato spaventa la squadra: da un cross senza pretesa dalla destra Colley sfrutta il primo, ed unico, errore di Mancini, colpisce di testa da solo e infila sotto le gambe di Pau Lopez (che subisce gol nel primo e unico tiro nello specchio dei veneti).

Potrebbe essere relegato ad episodio se non fosse che nei 20 minuti successivi la Roma, pur subendo pochissimo in termini di occasioni da gol, sembra spaventata; i giocatori, fino a quel momento perfetti, cominciano a sbagliare appoggi a 2 metri di distanza e ad alzare il pallone senza un reale motivo.

La pressione Veronese, però, non porta grossi frutti; l’ingresso di Cristante al posto di Villar (apparso stanco nel finale) riconsegna equilibrio alla squadra che negli ultimi 10 minuti sfiora di nuovo la quarta segnatura.

Conclusioni

Una vittoria meritata e rotonda per una Roma che supera l’ostacolo Verona grazie ad un primo tempo di livello.

Le note negative vengono da quei 20 minuti della ripresa figli, secondo me, più di un fattore psicologico che di uno fisico, fattore psicologico ampliato dalla mancanza in rosa di leader emotivi.

Sabato sfida durissima contro la Juventus in cui mancheranno anche Lorenzo Pellegrini che in queste settimane è stato uno dei migliori e Chris Smalling; in entrambi i casi sarà interessante capire la risposta di Fonseca: Pellegrini potrebbe essere sostituito da Pedro (ma sarà abile arruolato e in che condizione?), Perez oppure da El Shaarawy (anche qui dubbi sulla tenuta), ci sarebbe anche l’opzione Pastore che però vedo meno praticabile; Smalling potrebbe essere sostituito da Kumbulla (con Ibanez centrale) oppure da Cristante, soluzione che il tecnico lusitano non ha mai escluso.

 

Forza Roma

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